BUONA LA PRIMA

BUONA LA PRIMA
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Alle 19 il Sagrato del Teatro Strehler abbandona la tenuta classica, vestito da sera per l'inaugurazione. Colonna sonora jazz per i bicchieri e le chiacchiere del pubblico al tramonto.

 

Quando arrivo allo Strehler l'orologio segna le 19.10, il tempo di legare la bici e sono dentro l'allegria del Sagrato. I flash dei telefonini illuminano a modo loro un red carpet milanese. Il MFF celebra il cinema offrendosi alla città come occasione di cultura, ma anche di svago. È un festival per tutti.  

C'è chi beve, chi già balla, chi è in ritardo e corre verso le casse e gli infopoint alla ricerca di un programma, di un biglietto, di un accredito. L'atmosfera si riscalda in attesa della proiezione dei Lungometraggi in concorso, fissata per le 20 allo Strehler, mentre al Sempione va in scena Parklive, un vero e proprio festival musicale all'interno del MFF. A salire sul palco sono i Junkfood che rompono il ghiaccio riempendo il parco di sonorità strumentali, una personale mistura di avant-jazz, rock psichedelico, elettronica e ambient-rock.

Alle spalle del Castello la notte si preannuncia movimentata, anche grazie alla proiezione dei corti destinata a trascinarsi fino a tardi, strappando i nottambuli milanesi dalle rive dei navigli per una birra condita di cinema, o da saltimbocca e altre delizie da provare negli stand.

Allo Strehler intanto il film in concorso è il georgiano Brides, sala gremita, prima proiezione del festival. Al Teatro Studio Melato Deux fois le même fleuve apre invece la sezione Colpe di Stato mentre allo Spazio Oberdan, Arrête ou je continue battezza The Outsiders.

La serata lentamente scivola via, tra commenti e dibattiti, ma sul Sagrato e al Parco Sempione il ballo continua. Non solo cinefili ortodossi delle sale d'essai, ma anche semplici appassionati, giovani, curiosi, persone capitate lì per caso. Il pubblico del MFF è vario, compare anche Anna Pannocchia, volto della comicità lanciato da Maccio Capatonda che persino qui ha un suo piccolo seguito di cultori.

Tra un drink e l'altro si è fatta l'una. È ora di recuperare la bici e tornare a casa.

E così mi allontano, lasciandomi alle spalle una folla indomita che non cede alla stanchezza, in una città che sembra non voler dormire mai.

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