Milanofilmnetwork-daily Milanofilmnetwork

CUORE DI TENEBRA
di Roberta Gialotti

Fort McMoney, il pluripremiato gioco-documentario che racconta l'incredibile crescita di Fort McMurray, è stato presentato al MFF dal suo creatore David Dufresne. Ecco il resoconto della serata.

L'appuntamento al Piccolo Teatro Studio Melato per la proiezione di Fort McMoney è uno di quelli col futuro. È la prima volta che in Italia assistiamo a un esperimento del genere, dove lo spettatore diventa contemporaneamente giornalista, elettore e demiurgo: ha il potere di decidere in che modo far procedere il film e la narrazione.

David Dufresne, l'ideatore di questo documentary game, è convinto che sia giunto il momento di innovare i documentari, sfruttando le potenzialità del web, combinando filmati, foto, testi, video e infografiche.

Il regista e giornalista francese, ma canadese di adozione, non è nuovo a questo genere di lavoro. In passato ha realizzato, insieme a Philippe Brault, Prison Valley, un documentario interattivo su Cañon City, in Colorado, una cittadina di 36mila abitanti che con le sue 13 prigioni private ha fatto del sistema carcerario una vera e propria industria (clicca qui)

Fort McMurray, invece, si trova in Canada, precisamente nella provincia dell'Alberta, conosciuta come il nuovo Far West, dove la febbre dell'oro nero sta contagiando sempre più persone.

Dufresne, dopo una presentazione dei luoghi e del tema centrale del documentario, effettua il login al gioco per l'utente MFF. Come mai prima d'ora il passaggio da spettatore a giocatore è portato alle estreme conseguenze. Ci troviamo davanti diverse opzioni e il tutto verrà decretato democraticamente per alzata di mano.

Cosa fare? Per prima cosa decidiamo di seguire e ascoltare Marquesa Shore, una cameriera che guadagna 10mila dollari al mese, che ci racconta come è essere donna in un posto “maschile” come Fort McMurray. Ogni clic è un bivio che ci porta in una direzione: possiamo decidere di ascoltare due barboni che vivono con la raccolta e consegna di bottiglie vuote, di seguire un pescatore, oppure leggere documenti indipendenti, intervistare la sindaca e prendere piano piano posizione sulle nuove tecniche di estrazione del petrolio. Porta vantaggi e ricchezza o provoca solo danni ambientali?

Il gioco ci permette di avere notizie in tempo reale, partecipare a dibattiti, fare domande e votare ai referendum: una sorta di cittadinanza virtuale partecipativa a tutti gli effetti. David Dufresne ci spiega anche come è stato realizzato il tutto.

Il suo punto di partenza è stato SimCity, un videogioco di simulazione e gestione della città, ma il giornalista-regista è andato oltre. Con 2000 ore di girato in 60 giorni, durante il rigido inverno canadese, 22 luoghi visitati, 55 interviste, Fort McMoney è un lavoro colossale che ha come scopo quello di ogni filmmaker, “cambiare il mondo”.

Qualcuno della sala pare non apprezzare i dettagli tecnici che riguardano la creazione del documentario. Inizia così una “protesta” pacifica e un dibattito interessante su ciò che un documentario deve mostrare, in che modo deve farlo e per quale motivo. 

Il gioco è appena iniziato, ma il tempo a disposizione passa inesorabile e dobbiamo lasciare la sala per la proiezione successiva. Ciò che è chiaro è che più si va avanti nel gioco, più la sete di informazione aumenta. Quindi non resta che tornare a casa, accendere il computer e fare login qui.