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«Mi auguro che questo film possa aiutare la società a diventare meno ipocrita. Il cinema ha sempre avuto il potere di scuotere gli animi delle persone, bisogna solo stare attenti all'uso che se ne fa». 

In São Paulo em hi fi, Lufe Steffen, nato 39 anni fa nella città che fa da cornice al film, ci porta indietro nel tempo, in un viaggio colorato alla scoperta del Brasile degli anni '60, '70 e '80, dalla dittatura militare all'incubo dell'AIDS. Dopo Il ritorno di Pauliceia Desvairada, che si concentra sulla vita notturna gay ai giorni nostri, il regista, con un grande lavoro di ricerca tra immagini di repertorio e interviste, scopre le origini del movimento per rendere omaggio a chi ha combattuto nel periodo più buio della storia brasiliana. 

Sono gli anni in cui la comunità gay paolista muove i suoi primi passi: nascono i nightclub, come il Medieval, le travestite diventano delle vere e proprie star e viene fondato il primo giornale lgbt. La lente di ingrandimento che utilizza come strumento di indagine è anche stavolta la notte, che si rivela specchio della società e regno ideale dei suoi esuberanti frequentatori. 

Una storia di resistenza tra passato e presente che vede protagonisti supereroi in carne e ossa. Giornalisti, drag queen e proprietari di locali, si raccontano davanti alla macchina da presa e ricordano come siano riusciti a creare un universo parallelo, essenziale per la loro sopravvivenza.