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Sono stata a casa di Caterina Varenna, nell’indolenza di una domenica mattina in cui il sole è tornato dopo la lunga estate delle piogge e tutto è silenzioso per strada. Infatti incontro solo qualche famigliola che va al parco o torna dalla messa.

Caterina mi accoglie nella sua piccola cucina, dove ci sono anche Johannes Naber (regista di Age of Cannibals) e la sua compagna, davanti a una tazza di caffè. Ha 35 anni e fa la redattrice freelance, vive con un peloso gatto bianco, di cui si intuiscono le tracce qua e là, ma si è premurata di mandarlo due giorni in vacanza, magari agli ospiti non piace. La casa è curata e ricca di oggetti interessanti, una parete stracolma di libri mi affascina all’ingresso, ma è lo studio ricco di suggestioni e ricordi, che ci fa mettere a chiacchiere di viaggi in India.

Appassionata di cinema e frequentatrice da anni del MFF, Caterina ha deciso di partecipare al progetto leggendo la newsletter del festival: «Mi sono detta perché no? Mi è sembrata un’idea molto bella, che ti permette di sbirciare nel dietro le quinte, magari di creare anche un’amicizia».

Sembra essersi creato un rapporto sereno tra Caterina e il regista: sabato sera dopo una proiezione, sono andati a mangiare pesce in compagnia di amici che, guarda caso, sono proprio consulenti finanziari, come i protagonisti del film di Naber. «Ci siamo divertiti molto e abbiamo fatto tardi. Ho scoperto anche i lati nascosti del festival, come la zona di ristoro e bevute dello staff al Parco Sempione, di cui non immaginavo l’esistenza. Sono contenta di aver partecipato a quest’iniziativa, è bello vedere quante persone abbiano aderito non per un ritorno materiale, ma per passione e desiderio di aprirsi allo scambio».