LA BIENNALE DEI GIOVANI

LA BIENNALE DEI GIOVANI
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La Biennale dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo è approdata quest’anno a Milano, nuova tappa di un percorso itinerante che in trent’anni – è nata nel 1985 a Barcellona - l’ha portata in numerose altre città europee tra cui Salonicco, Roma e Sarajevo. La Biennale rientra nelle attività proposte dalla Bjcem – Biennal des jeunes créateurs de l’Europe et de la Méditerranée, network internazionale fondato nel luglio 2001 a Sarajevo, con sedi a Torino e Bruxelles.

«La differenza tra questa Biennale e le altre sparse nel mondo consiste nell’essere una piattaforma orizzontale non rivolta solo alle arti visive ma a tutti i campi della creatività, la perfomance, il teatro, il video» ha dichiarato il curatore Andrea Bruciati, divenuto negli anni un punto di riferimento per i giovani artisti italiani attraverso la fondazione Premio Moroso per l’arte contemporanea e il network Argonauti.

Lo abbiamo incontrato alla Fabbrica del Vapore sede in questi giorni dell’evento.

 

«La passione è l’elemento costitutivo dell’artista. Troppo spesso capita d’imbattermi in giovani che non mostrano passione e che non hanno grinta, timorosi e senz’alcuna voglia di osare e lottare per realizzare i propri ideali»

 

Da curatore può indicarci qualche opera particolarmente significativa nella selezione della Biennale?

Tra i tanti lavori, segnalo quello di un artista americano, Anthony J Meadows che consiste in un particolare cubo di terra costruito in due giorni pressando, all’interno di una cassa marca, più di due quintali di terreno nei quali sono stati poi inseriti semi di trifoglio. L’altro giorno la struttura portante è stata tolta, e ha lasciato spazio a un cubo che rappresenta la terra e l’aria.

 

E’ più complessa la valutazione artistica di un giovane rispetto a un collega maturo?

Nel mio lavoro la potenziale percentuale di “mortalità infantile” artistica è altissima. Il mio compito è capire le potenzialità di un artista, come se fossi il suo attivatore. Non avrebbe senso per me lavorare con autori già affermati, preferisco misurarmi con talenti in divenire.

 

Attraverso quali criteri valutativi un curatore sceglie di lavorare con un artista piuttosto che con un altro?

Si cerca di puntare su chi ha qualcosa da dire esprimendo una visione personale. Le caratteristiche fondamentali di un artista devono essere la determinazione e l’umiltà. Mi piace poi chi ha una sua identità e non segue le mode. Il rapporto con un giovane è più faticoso perchè rispetto a un artista maturo ha spesso un ego smisurato che fatica a controllare. Tuttavia quello del curatore rimane un lavoro dal grande fascino.

 

Quanto i curatori influenzano la direzione dell’arte?

In genere le tendenze sono orientate soprattutto da chi occupa luoghi istituzionali e dai media. Il ruolo del curatore si basa sempre sull’arbitrarietà, nel mio caso cerco di offrire agli artisti strumenti utili alla loro ricerca.

 

Mediterranea XVII - Biennale Giovani Artisti d'Europa e Mediterraneo, 22 ottobre - 22 novembre, Fabbrica del Vapore

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