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IO CORRO DA SOLA
di Francesca La Spada

Medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo 2013 e una partecipazione olimpica a Londra 2012. Eleonora Anna Giorgi, icona vivente di una ragazza decisa e di successo

Testa, cuore e muscoli.

Giorgi è una delle campionesse sportive italiane più giovani, determinate e amate dai fan dell’atletica. 

Corre 20 Km al giorno, frequenta il Master Sport, Management, Marketing e Society all’Università di Milano Bicocca, alternando con la stessa dedizione impegno sportivo e studio universitario (ha già ottenuto una Laurea Specialistica in Sport e Management all’Università Bocconi di Milano, ndr).

La marcia è uno sport di cui si parla poco in Italia, esattamente all’opposto del calcio, disciplina nazionale per eccellenza. Giorgi trasmette con il tono delle sue parole tutto il fervore per un’attività che implica fatica e sudore, ma anche una concentrazione fuori dall’ordinario. L’atleta lombarda ha una voce limpida e dolce allo stesso tempo attraverso cui rivela emozione, passione e fierezza per i risultati ottenuti (non solo) in pista. 

A soli 25 anni incarna già tutta la dedizione per lo sport che implica sempre fatica, sudore e sacrificio.

Sei giovanissima eppure hai già raggiunto traguardi importanti. Quando è nata la tua passione per la marcia?

Da piccola ho praticato molte discipline, dal nuoto alla pallavolo, ma poi alle medie ho iniziato a partecipare alle corse campestri. Da subito è nata una grande passione per l’atletica. Nel 2007 una tendinite mi ha costretta a fermarmi per un po’ di mesi, ma anche dopo la riabilitazione le mie prestazioni in pista non erano più le stesse. Sentivo dolore ogni volta che mi allenavo. Mi hanno consigliato di provare la marcia. All’inizio non ero convinta, perché di solito è un suggerimento che viene dato agli atleti più scarsi. Poi ho provato e mi sono resa conto che mi piaceva tantissimo. I primi mesi è stato piuttosto difficile imparare la tecnica, perché è un gesto innaturale che richiede innanzitutto un buon movimento di anche. Dopo duri allenamenti, fatica e sudore, sono riuscita a mettere in pratica gli insegnamenti del mio allenatore. 

Quanto tempo dedichi all’allenamento ogni giorno? 

L’allenamento, a cui dedico tra le due e le quattro ore al giorno, consiste in 20 chilometri di marcia. Molto spesso dopo aver fatto la corsa faccio una serie di esercizi di potenziamento come addominali e dorsali, che non quantifico numericamente ma a cicli: di solito un minuto di addominali, uno di dorsali e uno di piegamenti. Poi riparto con la serie. Per me la marcia è passione e fatica, proprio come tutti gli altri sport quando vengono praticati a livello agonistico. Ma io la amo. Devo ammettere che quando ero all’università ho fatto fatica a conciliare gli impegni sportivi con lo studio, ma grazie all’aiuto della mia famiglia e delle mie compagne di corso, che mi passavano gli appunti, sono riuscita a dare gli esami e laurearmi. Infatti per sdebitarmi nei loro confronti, ogni volta che andavo all’estero portavo loro un regalino o un pensiero per ringraziarle. 

A proposito di viaggi, i tuoi impegni sportivi ti hanno spesso portato all’estero. Quali pensi siano le differenze maggiori tra la cultura sportiva italiana e quella straniera? 

Nel 2008 sono andata in Russia per partecipare alla Coppa del mondo e sono rimasta stupita di quanto la marcia fosse uno sport nazionale a differenza dell’Italia, dove non è sicuramente una disciplina fra le più popolari. Mi allenavo da appena un anno, quindi non ero né conosciuta, né avevo ottenuto grandi risultati, eppure tutti mi fermavano per chiedermi l’autografo. Era bellissimo, mi sentivo Bolt! A maggio di quest’anno invece sono andata in Cina (dove si è qualificata quinta alla Coppa del mondo, ndr) dove lo sport è promosso fra i più piccoli e praticato anche da tantissimi adulti. 

Il festival FICTS unisce il ritmo del cinema e la potenza dello sport. Quali sono le tue passioni cinesportive?

Il mio film preferito è Momenti di gloria, ma mi piace moltissimo anche Billy Elliot, anche se non ha a che fare con l’atletica. Colpisce la determinazione del protagonista che riesce a diventare un ballerino di danza classica a dispetto dell’ostilità paterna e di un ambiente disagiato. 

Il festival FICTS ha come sempre una programmazione molto ricca. Uno dei titoli più interessanti è il documentario su Mennea di Emanuela Audisio (Mennea Segreto, ndr). Spero di riuscire a recuperarlo al più presto.

Sei attiva su Facebook e Twitter. I social possono essere un buono strumento per rendere più visibili discipline meno popolari, come l’atletica?

Molti mi scrivono sia su Facebook che su Twitter. Twitter lo uso spesso, mi ha convinta la mamma a iscrivermi e devo ammettere che aveva ragione. È molto meglio di Facebook! Mi piace la sua immediatezza e rapidità: 140 caratteri e sei online.