LA MEMORIA NON HA PREZZO

LA MEMORIA NON HA PREZZO
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Nel dicembre 2014 lo street artist italiano BLU, autore di diverse opere sparse per la capitale tedesca, decide di far morire due dei suoi lavori più celebri: Brothers e Chains. I due murales campeggiavano in Curvystrasse dal 2008 e avevano contribuito a rendere iconico quell'angolo di Kreuzberg, quartiere multiculturale, famoso per la presenza di punk e artisti, essenza stessa della città e punto di congiunzione tra Berlino est e ovest.

Al posto dei due “fratelli” che si tolgono la maschera - metafora della riunificazione della città del 1990 - e dell'uomo imbrigliato tra due “catene”, la cravatta e i rolex d'oro al polso, simboli dell'uomo contemporaneo, sulle facciate dell'edificio resta solo una colata nera, una sorta di “eutanasia artistica” contro i nuovi investimenti edilizi nell'area.

 

Negli ultimi anni Berlino ha subìto un forte processo di gentrificazione che ha portato a diverse conseguenze: un cambiamento profondo della sua fisionomia urbanistica, un aumento spropositato degli affitti dovuto al restauro delle abitazioni, una sostituzione dei vecchi abitanti a basso reddito con altri più benestanti fino allo sgombero forzato da molti edifici, come il centro sociale Tacheles. La stessa sorte sembrava riservata all’East Side Gallery, la galleria d'arte all'aperto più grande del mondo. Dopo la caduta, nel 1989, il tratto di muro di 1.3 km è rimasto in piedi lungo il fiume Sprea come simbolo di una divisione durata 28 anni. Più volte quella parte di muro ha rischiato l'abbattimento sempre in ragione di una speculazione edilizia e di un'espansione urbanistica, ma i berlinesi resistono (come dimostrano i filmati di Berlin east side Gallery di Karin Kaper e Dirk Szuszies).

 

Non tutto ha un prezzo, tanto meno la memoria storica di un passato recente, fatto di muri e reticolati, divisioni presenti ancora oggi in molte parti parti del mondo.

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