ALL'ORIGINE DEL CAMBIAMENTO

ALL'ORIGINE DEL CAMBIAMENTO
di

Métamorphoses di Christophe Honoré è un film sulla trasformazione. Che affonda le radici nella classicità, ma che è soprattutto una riflessione sull'oggi. E sul cinema

 

La trasformazione è uno dei principi più misteriosi che sovrintendono alla riuscita di un'opera cinematografica: le idee devono trasformarsi in forme e le apparenze trasmigrare in realtà impreviste perché possa avvenire uno di quei miracoli della visione che chiamiamo cinema. 

 

Christophe Honoré, critico e drammaturgo prima di diventare regista, mostra di saperlo fin troppo bene e risale arditamene all'origine, piazzando una citazione di Ovidio in apertura e quindi prendendo dalle sue Metamorfosi, opportunamente trasferite al presente, la materia narrativa del film. Métamorphoses è un film che ha pochi riferimenti. Anche all'interno dell'opera di Honoré bisogna forse andare alle pièce degli anni '90 (Les Débutantes e soprattutto Dionysos impuissant) per trovare degli antecedenti. Anche nell'affrontare i miti, il regista francese evita i percorsi consolidati. Ovidio è assunto a preciso riferimento testuale ma il film è anche e soprattutto una riflessione sulla contemporaneità. Il mito di Giove ed Europa diventa l'incontro d'amore tra un autista di Tir e una liceale curiosa e il sesso è l'elemento di cui sono composti i tanti fili della narrazione. La Francia che passa sullo schermo, dopo un inizio ambientato in un fitto bosco, è fatta di periferie e terrain vague e non assomiglia a nessun Parnaso: la materia dell'esperienza è continuamente cangiante e a Honoré interessa guardare chi è più esposto all'intensità e ai rovesci degli incontri. I ragazzi e le ragazze, i loro corpi esposti alle intemperanze dell'età sono celebrati con convinzione e piacere, la loro vitalità febbrile e contraddittoria celebrata senza condizioni.

 

Métamorphoses di Christophe Honoré, Francia 2014, 102'

Domenica 5 luglio, ore 19, Teatro Strehler Sala grande

Articoli recenti

Daily