L’IMPERDIBILE DI OGGI: LIFE

L’IMPERDIBILE DI OGGI: LIFE
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C’è stato un tempo in cui non esisteva la parola hashtag, un tempo senza filtri di Instagram, un tempo in cui uno scatto poteva fare non i followers ma la Storia. Di questo, a conti fatti, parla Life, titolo doppio che nasconde il nome dell’omonima rivista e, ça va sans dire, la vita stessa, o quel che se ne può dedurre da un album dei ricordi. Più che della breve parabola del rebel without a cause James Dean (Dane DeHaan), il film di Anton Corbijn parla di quell’attimo in cui tutto può accadere oppure no. Di quel click che separa la persona dal personaggio, l’anonimato dal mito, la realtà dai sogni. E pure la vita dalla morte, giacché quel profilo fissato per sempre poteva allora diventare un lasciapassare per l’immortalità. Ci sono quelli che colgono l’istante al volo come Dennis Stock (Robert Pattison), il fotografo che contribuì a fare di Dean un’icona, e tutti gli altri: il suo capo gli dice di non perder tempo dietro a quel Signor Nessuno, c’è Marlon Brando, che funziona meglio. Si capisce, è già un idolo in bianco e nero. Non per dire che i selfie di Kim Kardashian non sopravvivranno alla prova del tempo, ma la differenza è sostanziale: una volta le stelle non avevano più chance di restare in vita se postavano fotine tutti i giorni. Così come gli autori degli scatti, o wannabe tali. «Voglio venire a New York: nessuno rispetta i fotografi a L.A.», dice Stock. Senza immaginare che, sessant’anni dopo, fotografi ci saremmo sentiti tutti, grazie ai nostri account moltiplicati in tutto il mondo. Ma senza più icone da inventare.

 

*giornalista e scrittore, guarda molti film e li racconta per varie testate, tra cui IL, mensile del Sole 24 Ore, e Rivista Studio. Il suo ultimo libro è Facce da schiaffi (ADD Editore)

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