IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
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In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

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BOSCO IN CITTÀ

BOSCO IN CITTÀ

Oggi in Concorso: Le Bois dont les rêves son faits, documentario di Claire Simon dai toni di fiaba. Un incessante vagare per il parigino Bois de Vincennes, dove la regista colleziona gli incontri più svariati, mostrando interesse sentito e sincer per la varietà umana. Un film senza orpelli e di rara bellezza. Simon incontrerà il pubblico dell’Oberdan stasera (ore 21.00)

Difficile pensare a Parigi in questi giorni. Immagini passate e presenti si scontrano, restituendoci una confusa percezione della Ville Lumière. Una città da sempre desiderata di cui si ha improvvisamente paura. Tanti volti, quanti quelli che ritroviamo tra gli alberi e i viali del Bois de Vincennes nel lungometraggio di Claire Simon, Le Bois dont les rêves son faits. Il documentario della regista francese racconta la vita all’interno di questo enorme parco, con uno sguardo soffuso e attento, che entra in confidenza con le persone intervistate senza timore.

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VISIONI E VERTIGINI

VISIONI E VERTIGINI

Questa sera a Filmmaker Festival – Fuori Formato – verrà presentato l'artista austriaco Johann Lurf, regista sperimentale la cui opera si esprime in un vortice di immagini e ricerche d'avanguardia

L'approccio con il cinema di Johann Lurf ha la forza di uno schiaffo in faccia, un tour de force per il nostro sguardo e la nostra mente - a tratti disturbante, a tratti coreografico.
Si tratta di un'opera in cui confluisce una profonda ricerca documentaria, un'attenzione ai dettagli più curiosi, svincolati dal contesto quotidiano, e uno sperimentalismo d'avanguardia.

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NON È UN PAESE PER INCALCATERRA

NON È UN PAESE PER INCALCATERRA

Come nasce un documentario e, prima ancora, un documentarista. Daniele Incalcaterra ci racconta come si è avvicinato alla macchina da presa con cui da oltre trent’anni mette a fuoco la realtà, senza mai nascondere la sua presenza e il proprio punto di vista

Robert Bresson diceva: «Si distingue il vero dalla sua efficacia e dalla sua forza», a ricordarci che non si racconta bene la realtà se non investendola di un punto di vista preciso, personale, marcato e riconoscibile. Il documentario non è semplice ripresa, ma interpretazione del reale, in cui il regista coglie il desiderio delle persone di parlare di sé.

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