ORA CHE IL CIELO AI BORDI <br>LE HA SCOLPITE

ORA CHE IL CIELO AI BORDI
LE HA SCOLPITE

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Borders of Heaven, stasera in Concorso Finestre sul Mondo, è l’opera prima del regista tunisino Fares Naanaa, che attraverso la storia d’amore di due genitori imbastisce un racconto intenso sulle relazioni umane, sul perdersi e (forse) ritrovarsi, nella Tunisia contemporanea

 

Quanto tempo è necessario a costruire una relazione solida? E quanto basta per stravolgerla? Una volta raggiunte le porte del paradiso è facile cominciare a cadere. Un confine che è come una finestra, si può guardare dall’altra parte, ma solamente per un attimo.

Samy e Sara, giovane coppia sposata da sette anni, si ritrovano all’improvviso stravolti dalla morte della loro unica figlia, Yasmine. Il loro quotidiano si frantuma e si riempie di ombre e contorni dolorosi, apparizioni e visioni della figlia perduta.

L’insonnia rende le notti più buie, gli spazi si fanno più stretti, la macchina da presa stringe sui volti dei due genitori in continui primi piani.

Il racconto gioca sulle sfumature di colori, passaggi di tonalità fra il bianco delle candide sequenze dove la figlia è ancora viva, e inquadrature grigie e più cupe, indizio visivo della scomparsa di Yasmine, morte solo accennata ma sempre tangibile.

Samy (Lotfi Abdelli) non si cura più, è assente e si fa crescere la barba. Sara (Anissa Daoud) non riesce più a trovare il coraggio per cantare nel coro di fronte al pubblico.

Ogni tentativo, ogni scelta di cambiamento, è sconfitta dall’insuperabile dolore della morte di Yasmine. Le ellissi della narrazione rivelano la continua involuzione nel rapporto fra i due sposi, due corpi che non riescono più a riprendere contatto, privi di naturalezza, che non possono unirsi nemmeno mentre fanno l’amore.

 

Viene a perdersi anche la sicurezza dei propri spazi, della propria casa dove viene lasciata immutata la cameretta di Yasmine. Anche per questo alcuni critici l’hanno accostato a La stanza del figlio di Nanni Moretti. Un esordio alla regia efficace e sentito quello di Fares Naanaa (ha un passato da attore, ma ha anche realizzato diversi cortometraggi), che con Borders of Heaven dimostra grande sensibilità, in un racconto che evita i temi religiosi per narrare piuttosto le relazioni umane in un paese che da anni si trova in stato di emergenza, davanti a continue sfide socio-economiche. I temi della religione e della famiglia trovano comunque spazio e si ricongiungono nella sequenza finale del funerale del padre di Samy, girata nel profondo sud della Tunisia. In questa scena, fra reale e surreale, l’uomo matura un profondo cambiamento che lo porterà a modificare profondamente il suo sentire, soprattutto nei confronti di Sara.

 

Borders of Heaven di Fares Naanaa, Finestre sul Mondo, mar 5 aprile, ore 21.00, Auditorium San Fedele. 

Il film sarà preceduto dai cortometraggi Ireti di Tope Oshin e Leemte di Louw Venter

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