I VISITATORI

I VISITATORI
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Stasera Pippo Del Bono presenterà allo Spazio Oberdan il suo nuovo film La visite, potente opera cine-teatrale ambientata nella reggia di Versailles, protagonisti Michael Lonsdale e Bobò

 

La macchina da presa si muove tra soffitti rococò, busti di marmo dallo sguardo algido e fiero e quadri di guerra. Tra sfarzo ed eleganza un'immagine di umana amicizia: due uomini che passeggiano per i corridoi, soli. Sono due “plebei” che si muovono nella reggia dei re. 

Si tratta di Michael Lonsdale (Uomini di Dio, Il villaggio di cartone) e Bobò, attore sordomuto, spesso collaboratore di Del Bono. I due, spingendosi a vicenda su una carrozzina - prima l'uno e poi l'altro - lasciano vagare gli sguardi sui ricordi di una vita che non potranno mai avere.  
È la rivincita dei deboli, la dignità degli emarginati che si risveglia e, con sguardo lucido e sensibilità a tratti comica, sovverte leggi gerarchiche e storiche.
L'opera di Del Bono gioca su opposti e continui rimandi alla sua produzione cinematografica e teatrale, in cui gli emarginati sono spesso protagonisti. Il contrasto più grande si esprime nella nobiltà del luogo e i volti segnati dei protagonisti, uno sfarzo di dettagli che, contrapposto allo sguardo sincero di Bobò, passa immediatamente in secondo piano.

I due vagano come solitari ciceroni osservando curiosi ciò che li circonda, nessuna descrizione solenne, nessun rimando storico. L'attore muto sa restituirci, commentando solo a gesti e suoni, un'immagine destabilizzante della guerra vista sugli immensi quadri appesi alle pareti. Muove soltanto la bocca e le mani, gemiti spezzati si susseguono sulle sue labbra.
I veri protagonisti, i veri maestri, non sono più Voltaire e l'architetto Soufflot. Carlo Magno passa inosservato con un breve cenno della mano e i deboli, con estro e simpatia, rubano la scena. Bobò compare di fronte alla macchina da presa con una parrucca di boccoli castani e un colletto di pizzo bianco, la sua carrozzina diventa un trono e il mondo,  anche solo per un istante, si ribalta.

In quella che è stata la dimora del Re Sole, la semplicità dei gesti, la debolezza e l'affetto reciproco dei personaggi diventano i veri protagonisti. Fino alla conclusione, in cui i due, appoggiati ai bastoni, camminano in un lungo viale alberato che pare infinito.
Nell'ultima sequenza, lo sguardo di Del Bono si sofferma su Lonsdale e Bobò che si allontanano e su un pugno di giocattoli abbandonati ai piedi delle statue. La semplicità, il teatro,la fierezza dei reietti vincono così sull'oro dei soffitti, spiazzando e facendo sorridere. 

Forse non si ha bisogno di parole per descrivere la bellezza, non serve essere Luigi XIV per essere re. 

 

La visite di Pippo del Bono verrà presentato alla presenza dell'autore dopo L’aquarium et la nation di Jean-Marie Straub e Von Griechenland di Peter Nestler, Eventi speciali – La voce umana, dom 29 novembre, ore 21, Spazio Oberdan

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