IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
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In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

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CUORI DI TENEBRA

CUORI DI TENEBRA

Una coproduzione internazionale con Gael Garcìa Bernal - presentata fuori concorso al FCAAAL - recupera con efficacia l’epica di una narrazione classica senza rinunciare agli elementi del cinema “di genere” 

Un uomo esce dalla giungla e osserva i resti di un'abitazione distrutta dalle fiamme. Si aggira silenzioso nei campi coltivati, vestito modestamente e col viso coperto da un grande cappello. Raggiunge la proprietà di un anziano contadino e della figlia.

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LA LEZIONE DI CINEMA DI SISSAKO

LA LEZIONE DI CINEMA DI SISSAKO

Durante la masterclass moderata dal critico Giuseppe Gariazzo, il grande regista mauritano Abderrahmane Sissako racconta di sé, dei temi fondanti del suo cinema e della passione giovanile per gli spaghetti-western e i film di Fellini

«Non è indispensabile fare i film come non lo è guardarli. La vita va avanti. Ciò che è indispensabile è la vita stessa e l'incontro con l'altro». Coerente alla poetica del dialogo, Abderrahmane Sissako risponde generosamente alle domande del pubblico in sala. 

L'occasione è quella della masterclass organnizzata dal selezionatore FCAAAL Giuseppe Gariazzo in collaborazione con il Milano Film Network con l'autore di Timbuktu (nominato all'Oscar come Miglior Film Straniero e vincitore di sette premi César).

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L’IMPERTURBABILITÀ DELL’ACQUA

L’IMPERTURBABILITÀ DELL’ACQUA

Stasera in Proiezioni speciali – Flash: Still the Water di Naomi Kawase, struggente storia d’amore fra due adolescenti giapponesi dalle situazioni famigliari difficili. Il 25° FCAAAL chiude con l’opera poetica di una delle più talentuose autrici contemporanee

La madre di Kyoko, una sciamana, è malata terminale. Quella di Kaito si è ritrovata improvvisamente sola dopo la separazione dal marito, un distacco che il ragazzo fatica ad accettare. Da un iniziale naufragio il mare diventerà quasi un modo per annegare le loro sofferenze, luogo simbolico di rifugio e scoperta.

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NON SOLO MODA

NON SOLO MODA

Il festival, giunto alla sua venticinquesima edizione, è supportato da istituzioni, musei ed enti privati. Per il primo anno anche Marie Claire è partner del progetto. Ce ne parla la giornalista Sara Del Corona

«Ogni film porta con sé un universo di considerazioni e di temi che sarebbe bello approfondire sul Web. Se per certe cose la carta stampata è indispensabile, soprattutto per la risoluzione dell’immagine, per altre ci stiamo abituando a leggere e ad approfondire anche in altro modo. Il Web sta diventando in questo senso indispensabile.». A parlarci è Sara Del Corona, vice caporedattore attualità di Marie Claire, che abbiamo incontrato in occasione del festival.

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TUNISI VIOLENTA

TUNISI VIOLENTA

Premiato come Miglior Film Africano: il disturbante Le Challat de Tunis. La regista Kaouther Ben Hania mostra donne magrebine seviziate dagli Challats, uomini dalle convinzioni anti-femminili e fautori di violenza atroce

Dalle immagini iniziali sembra quasi di assistere a un film poliziottesco con protagonista Maurizio Merli o Tomas Milian nelle varie Roma e Napoli violente degli anni Settanta, per cruda violenza e stile di riprese. E invece tutto ciò è inquietantemente reale e si svolge lungo le vie dell’odierna Tunisi. O meglio inquietantemente quasi reale.

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RACE MATTERS

RACE MATTERS

La produttrice Céline Farmachi, che ha ritirato due premi per il cortometraggio 4 avril 1968, racconta la collaborazione con la regista Myriam Gharbi, l’assassinio di Martin Luther King e lo sviluppo di un progetto originale e potente

4 avril 1968 di Myriam Gharbi, nella sezione Razzismo Brutta Storia e Cortometraggi Africani, ha vinto i premi MoneyGram e ISMU. Abbiamo incontrato la produttrice francese Céline Farmachi che, gentile e appassionata, ci racconta la genesi di questo lineare ma potente cortometraggio. 4 avril narra l’incontro fra Sabine, una bambina di sette anni, e due Pantere Nere in una foresta in Guadalupa nel ‘68.

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