L’UOMO NELL’OMBRA

L’UOMO NELL’OMBRA
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Il proiezionista, una specie in via d’estinzione. Quando siamo al cinema ce ne ricordiamo solo se qualcosa va storto. Un mestiere minacciato dall’avvento del digitale: dall’uomo delle pizze all’uomo delle chiavi di accesso. Al MFF ce ne sono ancora diversi, noi abbiamo parlato al telefono con Marco Fraschini, che collabora col Festival dal 2003 e che da quando si è imposto il digitale sta cercando di reinventarsi collaborando con molti festival, occupandosi di formazione e di altri aspetti tecnici che sopravvivono al digitale, come la manutenzione costante di cui necessita l’audio di un film.

 

 

Come ti sei avvicinato a questo lavoro?

Ho iniziato per caso più di 15 anni fa, un amico mi aveva parlato di questo lavoro, poi ho visto l’annuncio di un corso e mi sono iscritto. Ho preso anche il patentino dei vigili del fuoco (che oggi non serve più), necessario per esercitare data l’alta infiammabilità delle pellicole. Era un mestiere che richiedeva una competenza tecnica artigianale e mi permetteva di rimanere a contatto con la mia passione e col mio percorso di studi: il cinema.

 

Qual è l’aspetto che prediligi del tuo lavoro?

Questo lavoro mi permette di lavorare nel campo che mi piace assecondando anche la mia personalità, amo stare dietro le quinte, passare inosservato. Mi piace che attraverso di me si compia l’ultimo passaggio che permette di portare un film al pubblico e faccio in modo che ogni volta avvenga nel miglior modo possibile. Col digitale questo aspetto non è cambiato: dalla cabina posso guardare la sala piena, e ogni volta è un’emozione; a volte, durante la proiezione del film, entro in sala per sentire la reazione del pubblico.

 

Com’è lavorare al MFF?

Nei festival è ancora possibile esercitare la parte più artigianale del mio mestiere. Senza dubbio questo festival si contraddistingue per l’ambiente giovane e alla mano. I registi del concorso sono molto giovani e quasi tutti vengono di persona: prima della proiezione è possibile discutere con loro degli aspetti tecnici, avere uno scambio di questo genere è sempre estremamente gratificante. Quest’anno sono rimasto stupito che alcuni film saranno proiettati in pellicola, l’anno scorso i film erano tutti in digitale.

 

L’incubo del proiezionista?

Faccio un sogno, o incubo, ricorrente: sto proiettando il film, e la proiezione si blocca! Ovviamente mi è successo che si interrompesse la proiezione, ma in quei casi basta essere umili e uscire in sala per scusarsi e spiegare al pubblico cosa sta succedendo. Se si fa così il pubblico si dimostra sempre molto paziente e comprensivo.

 

Un aneddoto legato al MFF?

Qualche anno fa dovevo proiettare il film di un regista russo che sarebbe stato presente in sala. Avevo caricato troppa pellicola sulla bobina, per un mio errore di valutazione, rischiando che la proiezione si bloccasse e la pellicola fuoriuscisse, come poi è successo… Subito il regista si è precipitato in cabina, e io avevo il terrore che fosse arrabbiatissimo: per fortuna aveva già bevuto abbastanza, quindi ci siamo fatti due risate e tutto si è risolto!

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