DA DIETRO IL BANCONE

DA DIETRO IL BANCONE
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Stefano Capra ha 38 anni, viene da Rivoli ma ha trovato la sua dimensione a Milano ormai da sette anni. È lui la colonna portante del bar del MFF. 

 

Gestisce con l'aiuto del fidato Davide questa macchina da oltre trenta persone, centinaia di caffè, litri di drink. Il cuore mondano della manifestazione. Quando non è al festival è in giro per Milano a organizzare eventi di ogni genere, ma è l'ambiente alla mano del MFF a metterlo più a suo agio. «In soli dieci giorni nasce una grande famiglia, si conoscono tante persone e si creano legami». Sono molti gli aneddoti che lo fanno sorridere, gli insoliti personaggi che in questi anni, tra una chiacchiera e un cocktail, hanno dato sfogo alla loro follia contagiosa. Dal picchiatello Cosimo che a fine serata era solito boxare con i tizi della sicurezza, in preda a deliri onirici o magari solo alcolici. A una vecchia signora urlante, regina di monologhi indecifrabili ma grande amica dei cani. «Ogni anno ci chiede una ciotola per dar da mangiare alle sue frequentazioni a quattro zampe». Episodi che ti risolvono la giornata anche quando lo spauracchio del maltempo potrebbe spegnere l'entusiasmo.

Altri clienti di Stefano? Bislacchi, seri e meno seri, ma tutti lontani dalla spocchia dei finti vip. Non c'è uno stereotipo del cliente al MFF. Purtroppo il mocassino da milanese imbruttito c'è, ma per fortuna si confonde tra la folla in una piazza più paesana che glamour.

«Un festival a cielo aperto, dove ci si riappropria degli spazi e si viene anche solo per bere in compagnia».

Stefano ci racconta di quando Vinicio Capossela, qualche anno fa, con un pianoforte recuperato all'ultimo, chiude la serata con un unplugged memorabile.

Se un cliente tipo non c'è, tra i drink si segnalano delle tendenze. Lo spritz tanto odiato da Stefano regna incontrastato, il mojito resiste mentre si registra un lutto illustre. Il cuba libre è morto.

Il MFF ha avuto anche il suo cocktail ufficioso, il celeberrimo Cugnasca on the rock (da Cugnasca, cognome della ragazza che l'ha ispirato). Una variante del classico spritz con aggiunta di succo d'arancia, tracannato dai più curiosi e da tutto lo staff del MFF. «Perché alla fine lo staff è il primo cliente» sorride Stefano.

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