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SCUSA MA NON TI VOGLIO SPOSARE
di Giulia Moresco

Nella sezione La Turchia dei nostri giorni vengono presentati oggi Playing House e Bilge and Her Apprentice. Due storie di donne forti e coraggiose, capaci di vincere la società patriarcale in cui vivono

Non è passato troppo tempo da quando Mustang, opera prima di Deniz Gamze Ergüven, candidata agli Oscar 2016, faceva parlare di sé e delle cinque protagoniste, “puledre” indomabili incapaci di piegarsi alle pressioni sociali.

Bingöl Elmas riprende un tema analogo in Playing House: matrimoni combinati tra ragazze ancora troppo giovani per avere pienamente coscienza di sé. Realizza un documentario sentito e doloroso che si conclude tra rabbia e amarezza.
Una bambina gioca a essere donna, madre, moglie, con bambole e cucine in miniatura, ma cosa succede se la distanza tra gioco e realtà si assottiglia? Se a quelle stesse bambine viene chiesto, improvvisamente, di abbandonare casa e famiglia e diventare adulte? Spesso vengono persino vendute.

La regista contrappone, in maniera provocatoria, giocattoli e bambini, fanciulli nati dal grembo di ragazze che con le bambole ci avrebbero giocato ancora.

Il tempo in Playing House sembra essersi fermato in un crudele anacronismo dove una donna non ha tuttora diritto di parlare, di compiere una scelta senza macchiare la propria integrità. «E piuttosto che compromettere il tuo onore» affermano alcune protagoniste «è meglio morire!».

Un documentario che provoca sofferenza, rabbia e impotenza, ma che, in chiusura, si ferma su chi l’amore è riuscito comunque a trovarlo e chi, da una brutta esperienza, ha trovato il coraggio di affrontare una realtà immobile.

Anche l’autrice Belmin Söylemez in Bilge and Her Apprentice: Diary of An Assistant Director (proiettato oggi dopo Playing House) mostra come i pregiudizi si possano spezzare nella storia recente della Turchia. Il film è un ritratto carismatico e affettuoso della regista Bilge Olgaç, che è riuscita nella sua breve vita a vincere una realtà tradizionalista ed estremamente misogina.

La storia di Olgaç, una delle più grandi cineaste turche a partire dagli anni Sessanta, viene messa a fuoco in maniera lucida ed efficace da Söylemez, che è stata sua aiuto regista e collaboratrice.

Ne emerge un profilo di donna sicura e fiera, che non si è mai lasciata intimidire dal maschilismo che la circondava.

Il documentario è un ritratto fedele, imbastito a partire da fotografie d'epoca, paesaggi aridi, frammenti di parole e ricordi.

«Dicevano: “è un donna!”, “non durerà a lungo!”, ma sono stati loro a stancarsi, non io!» racconta Olgaç che, nelle fotografie esposte, non smette mai di sorridere e di affrontare con coraggio un mondo (ancora oggi) vecchio e patriarcale.

Evcilik (Playing House) di Bingöl Elmas e Bilge Ve Ogrencisi: Bir Reji Asistaninin Gunlugu (Bilge and her Apprentice: Diary of An Assistant Director) di Belmin Söylemez, La Turchia dei nostri giorni, mar 22 marzo, ore 15.00, Spazio Oberdan