MITI DEGLI ABISSI

MITI DEGLI ABISSI
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Milano Film Festival porta sugli schermi milanesi il film d’animazione Song of the Sea del regista irlandese Tomm Moore che apre oggi la sezione Focus Animazione

 

Gli eroi della mitologia irlandese, il mare in tempesta, una bambina che si trasforma in una piccola foca, una canzone capace di risvegliare gli spiriti dell’universo e un fratello maggiore incattivito dalla gelosia sono gli elementi di Song of the Sea di Tomm Moore. Il suo precedente lavoro è The Secret of Kells, uscito nel 2009, con cui Song of the Sea condivide il gusto per il folklore e la tradizione delle storie magiche della sua terra d’origine.

 

Il film si apre con l’immagine di una famiglia felice: un padre innamorato e una madre in dolce attesa che gioca con il figlio. La canzone del mare è il motivo di questo idillio che ben presto scompare a causa della morte della madre, dando alla vita la piccola Saoirse. Passano sei anni e gli equilibri sono cambiati: il padre passa molto tempo da solo, il fratello ha sviluppato una forte antipatia nei confronti della sorellina, la quale cerca disperatamente affetto e, allo stesso tempo, il suo destino. Una conchiglia e un mantello bianco le permettono di raggiungere il suo luogo d’origine, il mare. Per paura di perdere un’altra persona cara, il padre affida i suoi figli alla nonna che li porta nella città, lontano dal pericolo. Il trasferimento forzato non ferma i due dalla ricerca della propria casa e delle spiegazioni alle loro origini. Il mondo degli spiriti e della mitologia irlandese va a ricoprire un ruolo molto importante nello sviluppo e risoluzione della storia.

 

Lo stile di Moore è caratterizzato da un disegno bidimensionale, da una linea morbida che disegna i paesaggi e i personaggi e da un colore dai toni pastello che non produce timore nello spettatore. A questi elementi si contrappone la mitologia irlandese di derivazione celtica, a tratti spaventosa, che Moore trasforma e addolcisce per renderla fruibile ai più piccoli. Il film, però, non è unicamente destinato al pubblico dei bambini: la ricchezza delle psicologie dei personaggi e la loro evoluzione sono complesse e adulte. In questo senso, Tomm Moore si spinge oltre al semplice dato visivo e formale per dare voce a sentimenti profondi: lo scontro di gelosia tra fratelli, la tristezza di un padre solo, i sensi di colpa per il malessere di una persona cara, una famiglia che si finge felice per la foto del compleanno.

Tutto ciò trasporta Song of the Sea su un piano di riflessione più elevato e a un possibile livello d’identificazione con le emozioni della storia.

 

Song of the Sea, Tomm Moore, Focus Animazione, ven 11, ore 20, MIMAT

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