DRAMMA URBANO

DRAMMA URBANO
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All’interno del concorso #FrameItalia viene presentato il lavoro di Emiliano Dante, Habitat – Note Personali, racconto in parte autobiografico sulla vita a L’Aquila dopo il terremoto

 

Saper accettare il fallimento, saperlo raccontare. Emiliano Dante ci introduce nella vita a L’Aquila dopo il 6 Aprile 2009, dopo il terremoto che ha distrutto una città e i suoi abitanti. Seguiamo le vicende di Emiliano Dante e dei suoi due ex compagni di tenda, Alessio e Paolo. Entrambi cercano di ricostruirsi una vita tra le macerie. Il primo, da abitante abusivo diventa agente immobiliare, Paolo invece, che viveva grazie alle sue proprietà in centro, si dedica totalmente alla pittura. Il regista sceglie di girare tutto in bianco e nero per rappresentare non solo la catastrofe naturale, ma anche il dramma urbano. I colori della natura avrebbero comunicato troppa serenità a un ambiente in cui prevale un senso di disagio, che accentua la necessità di un riparo. Ecco quindi toni di grigio e bianco quasi accecanti dietro i quali gli intervistati cercano di nascondersi, chiudendosi ermeticamente.

Le note personali che raccontano gli ultimi cinque anni dei tre amici allargano lo sguardo sulla vita della città stessa e in particolare sul progetto C.A.S.E., voluto dall’allora capo del Governo, Silvio Berlusconi. Le realtà urbane costruite dopo il terremoto sono una mera scenografia. Allontanano gli abitanti dalla loro casa, appiattiscono la loro vita. Si cerca di fingere una normalità che non esiste, in cui i cittadini non sono più persone ma comparse, una sorta di Truman Show per terremotati. La città de L’Aquila diventa così una non-città e la sua piazza principale diventa il centro commerciale, emblema del non-luogo. L’alienazione prende il sopravvento.

Per l’autore l’unica speranza è «sperare di sbagliarsi di grosso» o semplicemente imparare ad accettare il fallimento. Il film si concentra infatti proprio sul fallimento umano e urbano. Sottolinea l’importanza del valore della vita umana. Come fa notare un intervistato, il terremoto è il passaggio di alcuni secoli in pochi attimi e in questo senso ci permette di riconoscerci effimeri, quanto un muro di mattoni.

 

Habitat – Note Personali di Emiliano Dante, #FrameItalia, gio 24 marzo, ore 15.00, Spazio Oberdan

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