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IL MATTONE
È UN OGGETTO POETICO
di Francesco Foschini

Un film di osservazione che arriva dritto al cuore delle moderne pratiche capitalistiche. È Zum Vergleich – In Comparison, il film del 2009 che il festival ha scelto per ricordare Harun Farocki, "maestro di critica delle immagini"

«Volevo fare un film sulla concomitanza e sulla produzione contemporanea, considerata da livelli tecnici diversi. Così mi sono messo a cercare un oggetto che non fosse cambiato troppo negli ultimi mille anni. Avrebbe potuto essere una scarpa o un coltello, ma un mattone diventa poi parte di una costruzione e quindi parte dell'ambiente. Il mattone è un oggetto poetico. [Nel film] io seguo il modo in cui viene creato e utilizzato in Africa, India ed Europa. Il tema del lavoro e della produzione è qualcosa che mi ha sempre interessato. Negli ultimi anni ho fatto una serie di film sul lavoro immateriale nei Paesi post-industriali. Anche il mio lavoro è piuttosto immateriale». 

Così Harun Farocki spiegava alla platea del Centre for Contemporary Art di Glasgow nel 2011 che cosa lo aveva guidato nella ricerca e nella realizzazione di Zum Vergleich – In Comparison .

Nato nella Repubblica Ceca, da madre tedesca e padre indiano, Harun Farocki - cui Filmmaker dedica l'edizione 2014 - si è occupato dell'alienazione del lavoro rispetto al prodotto, fin dal 1969, quando con Inextinguishable Fire metteva a confronto gli effetti devastanti del Napalm B sul corpo umano con il distacco scientifico e amorale con cui il prodotto veniva realizzato nei laboratori della Dow Chemical Company. 

Il suo ultimo lavoro, incompiuto, Labour in a Sigle Shot (2011-2014) consiste di una collezione di immagini che mostrano persone al lavoro in 15 città, proiettate simultaneamente su 15 schermi.

Zum Vergleich – In Comparison è un film di osservazione, l'autore non si intromette nella realtà che filma, è uno spettatore-testimone del progetto che si compie davanti ai suoi occhi. Come per lui è sempre stato, almeno nell'ultimo decennio del suo lavoro. Si trattasse della costruzione di un mall, della stipula di un accordo tra una compagnia di investimenti e una startup o del training di un gruppo di candidati. Nel tentativo di andare al cuore delle moderne pratiche capitalistiche.

In Zum Vergleich – In Comparison il silenzio è imperante, come le immagini. Nessuno parla o racconta, l'occhio registra, il lavoro investigativo dell'autore è discreto, a distanza. Il mattone è il vero protagonista.  

Dai coloratissimi paesaggi del Burkina Faso e dell’India alle formali e automatizzate fabbriche europee, tutti - uomini e donne - sono concentrati sulla realizzazione di quel tassello fondamentale. C’è chi con terra e acqua si adopera per edificare scuole e cliniche, chi invece è occupato in catena di montaggio a smistare il prodotto. Modi differenti identico fine. Ogni tassello crea, ogni passaggio contribuisce alla realizzazione dell'oggetto. 

Farocki realizza con questo film una perfetta sincronia. Il regista si fa poeta di una metafora fondamentale: i mattoni servono per costruire case, così come i blocchi di girato servono per costruire un film. Farocki riesce a unire il senso concreto delle costruzioni a quello del cinema. Anzi, a metterli a confronto, come il titolo del film svela. 

Zum Vergleich – In Comparison di Harun Farocki, ven 5 dicembre, ore 18.00, Spazio Oberdan