INFESTARE MILANO

INFESTARE MILANO
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A trentacinque anni dalla prima edizione di Filmmaker, oggi pomeriggio rivediamo Facce di festa di Paolo Rosa e Studio Azzurro, documentario seminale per come riesce a fare della realtà racconto, fotografando un anno di svolta dall’epoca dell’attivismo politico all’edonismo degli Ottanta

 

Milano 9 giugno  1979, in una grande casa sta per svolgersi una festa. Prima che la musica cominci gli ideatori del documentario Armando Bertacchi, Fabio Cirifino, Gianni Rocco e Leonardo Sangiorgi discutono insieme al regista Paolo Rosa per trovare un titolo da dare al film.

«Festa in faccia?», «Rivalutiamo il verbo “infestare”…», «SDRUF – Sequenze di una festa…».

Gli autori hanno i volti rilassati e sorridenti, scherzano, giocano e si passano la macchina da presa. Si riprendono a vicenda senza stacchi. Mostrano uno stare insieme e un “creare” collettivo che oggi paiono quasi perduti. Il sottotitolo riassume il senso del film “un’esperienza progressiva pensata, prodotta e realizzata da…” (seguono i nomi dei cinque autori).

 

La festa-film ha inizio. La macchina da presa osserva e indaga i volti dei ragazzi appena usciti dall’epoca dell’attivismo politico e in pieno cambiamento nel pensare, nel vestire e perfino nella gestualità. Sono ripresi a volte senza esserne consapevoli, altre volte guardano dritto in macchina, ridendo scherzando o parlando mentre vengono intervistati. La rivoluzione sembra un sogno ormai passato. La disillusione ha il ghigno di un post-punk dagli occhi annebbiati.

 

Facce di festa è un film molto attuale. Mette in scena un’atmosfera spensierata a cavallo tra il furore libertario degli anni Settanta e l’edonismo privo di qualsiasi senso del dovere degli Ottanta, prima della deriva totale e delle proverbiali “cene eleganti” dei nostri giorni.

Un dettaglio su un “punk” è emblematico, un punto di passaggio, uno scarto definitivo: il ragazzo esibisce una banana come fosse un fallo tra le risate dei presenti davanti alla macchina da presa. Quando un punk si fa esibizionista ammiccante e, anziché mostrare la propria difformità, cerca il consenso del pubblico, qualcosa è morto forse per sempre.

Facce di festa, presentato alla prima edizione di Filmmaker nel 1980 e alla Mostra del cinema di Venezia nello stesso anno, è un esempio indelebile di documentario sperimentale, “esperienza” in cui la realtà si fa racconto e traccia cinematografica di Storia italiana.

 

Facce di festa di Paolo Rosa e Studio Azzurro verrà proiettato oggi pomeriggio dopo il cortometraggio Primavera (work in progress) di Titta Raccagni, Passato/presente – Paolo Rosa, dom 6 dicembre, ore 17.00, Spazio Oberdan

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