IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
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Presentata la nuova edizione di Filmmaker: al trentacinquesimo anno si riconferma il legame forte con gli spazi della città e l’attenzione a un cinema del reale internazionale. Ne parlano l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno e il direttore del festival Luca Mosso

 

«Amo Milano perchè non si nota, per l'Europa è Italia, per l'Italia è Europa.»

 

Forse questo verso di Dargen D'Amico può fare da chiosa alla conferenza stampa della trentacinquesima edizione del Filmmaker Festival (27 novembre-6 dicembre) che si è tenuta ieri. 

 

Il legame di Filmmaker con Milano si rivela nei film in programma, basti pensare a titoli come L'infinita Fabbrica del Duomo di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti e Antonia di Ferdinando Cito Filomarino, ma senza perdere la tipica vocazione internazionale. Fil rouge del festival il tentativo di rispondere a una domanda precisa, che il direttore Luca Mosso pone più di una volta: «In quale direzione sta andando il cinema?». “Cinema” inteso anche come spazio. Come la scorsa edizione, teatri di Filmmaker saranno lo Spazio Oberdan e l' Arcobaleno Film Center, sala più “commerciale” che dall'anno scorso ha risposto alla sfida lanciata dagli organizzatori della rassegna ad aprire le proprie porte a un pubblico che difficilmente avrebbe raggiunto altrimenti. A tale proposito si inserisce la notizia della riqualificazione del Cinema Orchidea e della volontà del Comune di condurre un percorso di dialogo con la cittadinanza. «L’obiettivo» racconta l’assessore alla Cultura Filippo Del Corno «è dare vita a uno spazio che già alla sua apertura possa essere animato da un pensiero e una volontà comune. Milano sta continuando a rispondere alla responsabilità presa nell'ambito festivaliero del cinema indipendente, proponendo un'offerta che per costanza, varietà e qualità non ha probabilmente eguali nazionali.» 

 

La vitalità cinematografica milanese ha determinato la nascita tre anni fa del Milano Film Network, una rete stabile che mette in comunicazione i sette principali festival di cinema della città. Un risultato tangibile di questi sforzi sarà la distribuzione italiana di Arabian Nights di Miguel Gomes, film d'apertura di questa edizione, proprio a cura del Milano Film Network.

 

La selezionatrice e curatrice della sezione Prospettive Cristina Piccino osserva: «Filmmaker è un punto di riferimento per i giovani registi e la presenza costante di alcuni di loro dimostra fiducia reciproca tra la manifestazione e gli autori». Oltre al cinema del presente, Filmmaker 35 omaggia le proprie origini dando spazio alla versione restaurata di Facce di Festa di Paolo Rosa, proiettato nel 1980 alla prima edizione del festival, eppure ancora oggi di attualità spiazzante. 

 

Alessandra Speciale ha illustrato invece il programma di Milano Industry Days, punto di arrivo dei workshop InProgress e Atelier MFN che si svolgerà in due giornate (1 e 2 dicembre alla Fabbrica del Vapore).

 

«La questione decisiva è che i festival trasformano i luoghi che li ospitano, li arricchiscono di storie e di avventure dello sguardo, li fissano nel ricordo e nella galleria sentimentale degli spettatori.» conclude il direttore Luca Mosso.  

 

L’appuntamento è dunque per la sera del 27 novembre con l’atteso film d’apertura di Gomes Arabian Nights.

 

www.filmmakerfest.com

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