IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
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In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

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Articoli recenti

LADY VENDETTA

LADY VENDETTA

Until I lose my breath di Emine Emel Balci – premiato come miglior documentario per la sezione Nuovi Sguardi – è il racconto di una ragazza appena adolescente, della sua crescita. Una malinconica educazione sentimentale nella Istanbul più povera

Il mondo è un posto grigio e ostile quando sei una ragazzina sola, questo sembra essere il ritratto della società che Emine Emel Balci offre all’interno di Until I lose my breath opera prima già presentata con successo alla Berlinale 2015.

Serap cammina sotto la pioggia, chiede informazioni riguardo al padre, partito qualche giorno prima, si alza, si veste, torna a casa, nasconde i soldi nelle calze, poi va a lavorare. 

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CHANTAL AKERMAN VISTA DA SELAPENNAMIDISEGNA

CHANTAL AKERMAN VISTA DA SELAPENNAMIDISEGNA

L'illustratrice Francesca Fusari, in arte selapennamidisegna, regala al Daily MFN una tavola ispirata alla regista Chantal Akerman, a cui Sguardi Altrove dedica un omaggio che si chiude oggi con Jeanne Dielman

Nero su bianco. Chantal Akerman ci guarda. Sorride seduta nella stessa cucina di Jeanne Dielman, la protagonista dell'omonimo film del 1975, definito all'epoca dal New York Times «il primo capolavoro femminile nella storia del cinema».

Francesca Fusari, in arte selapennamidisegna, sceglie di inserire la regista belga nel contesto e nell'immaginario del suo film iconograficamente più celebre e decide di riprendere una scena di vita quotidiana.

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GIUSTIZIA E LIBERTÀ

GIUSTIZIA E LIBERTÀ

Oggi a Sguardi Altrove per il Focus La Turchia dei nostri giorni ci sarà l’ultima proiezione di Simdiki Zaman di Belmin Söylemez, una storia che affronta il ruolo della donna e l’urgenza di uguaglianza nella Turchia contemporanea. 

Protagonista di Present Tense (Simdiki Zaman) è una donna che vive a Istanbul, ma coltiva il sogno di trasferirsi negli Stati Uniti, alla ricerca della zia e di una nuova vita. Mina, dopo aver perso il grande amore, trova lavoro in un bar come chiromante. Leggendo i fondi di caffè rivela agli altri il proprio passato, più che il loro futuro e scopre un’affinità con i clienti, anch’essi imprigionati in una lotta contro la quotidianità. 

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LA RIVOLUZIONE È LONTANA

LA RIVOLUZIONE È LONTANA

Je suis le peuple di Anna Roussillon vince il premio come Miglior documentario nella sezione Le Donne raccontano. Cronaca intima della rivoluzione egiziana

Il primo sciopero della storia si verificò intorno al 1100 a.C. in Egitto. I lavoratori dei templi di Tebe incrociarono le braccia fino a quando riuscirono a ottenere ciò che gli spettava. Una piccola grande rivoluzione.

«I am the people. Nothing is impossible!» è lo slogan che risuona nelle strade del Cairo molto tempo dopo, nel gennaio-febbraio 2011. Piazza Tahrir è l'epicentro delle proteste e contestazioni del popolo contro il Raiz Hosni Mubarak in nome di un rinnovamento politico e sociale.

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DALLA CINA CON AMORE

DALLA CINA CON AMORE

Coming and Going, opera prima di Tianlin Xu, vince la menzione speciale per la sezione Le Donne raccontano. Mette a confronto la città e la campagna  in un Paese, la Cina, che forse più di altri sta passando dalle tradizioni alla modernità

«Molto tempo fa, c’era un uomo che lasciò i suoi due figli a casa per andare in cerca di lavoro…». Sembra quasi l’inizio di una fiaba per bambini, invece queste parole aprono Coming & Going di Tianlin Xu, film/documentario che segue parallelamente la vita di due coppie di giovani fratelli nella campagna del sud ovest della Cina.

 

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VELO-NON VELO

VELO-NON VELO

Il documentario  Fest of Duty  di Firouzeh Khosrovani – Menzione Speciale Le Donne raccontano  - fa correre su corsie parallele passato e presente di due giovani iraniane, cugine e amiche, dalle vite profondamente diverse. Il ritratto di un Paese fa da sfondo a una storia di formazione

In  C’eravamo tanto amati Ettore Scola racconta di strade comuni che si allontanano lentamente per arrivare, infine, in punti diversissimi.

A scapito di partenze simili, le vite dei due amici Gianni e Antonio giungono a esiti opposti. Ci sarà sempre un momento in cui ci si chiederà vicendevolmente «quando?». Quando i rispettivi percorsi hanno iniziato a non coincidere più?

È quello che si domandano anche Melika e Maryam, protagoniste di  Fest of Duty, il documentario di Firouzeh Khosrovani che racconta la quotidianità delle due amiche e cugine otto anni dopo la loro “cerimonia del dovere”. 

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LE RIBELLI D'ALGERIA

LE RIBELLI D'ALGERIA

10949 Femmes, lungometraggio della giovane regista franco-algerina Nassima Guessoum, riceve la menzione speciale del Sindacato nazionale giornalisti cinematografici. Il film, presentato nella sezione Le Donne raccontano, è un ritratto potente e sentito delle donne che hanno fatto la rivoluzione 

Attraverso il racconto di un’influente militante della Rivoluzione Algerina, quest’opera si propone di gettare, da una prospettiva tutta femminile, nuova luce su uno dei periodi più controversi della storia della lotta al colonialismo occidentale in Nord Africa.

10949 è il numero delle donne che hanno combattuto la battaglia di Algeri, vero simbolo della Guerra d’Algeria. Nassima Hablal era una di loro. Stretta collaboratrice di alcuni dei leader del FLN (Front de Libération Nationale) ripercorre nella pellicola la militanza nei movimenti indipendentisti, la prigionia, le torture e l’esilio prima a Düsseldorf, poi a Tunisi.

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