UNA LINEA SOTTILE

UNA LINEA SOTTILE
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Da quattro anni il MFF ha una sezione dedicata all’Art Cinema, un territorio di confine in cui artisti di provenienze e vocazioni diverse incontrano la macchina da presa, cercando nuove prospettive e anche nuovi fruitori. Abbiamo approfondito l’argomento con Davide Giannella, di professione curatore e responsabile di VerniXage.

 

Quali sono i criteri che hai scelto per selezionare i film della rassegna?

I film di VerniXage provengono tutti da quell’area interstiziale sospesa tra arte e cinema, questi artisti hanno tutti come sistema di riferimento critico l’arte contemporanea e si rivolgono al sistema produttivo e distributivo del mondo cinematografico. I tre titoli che ho scelto hanno in comune l’indagine della realtà contemporanea, svolta attraverso soggetti ed elementi della subcultura.

 

Implosion e Ditch Plains sono entrambi lavori di Loretta Fahrenholz, spiegaceli meglio.

Implosion è un mediometraggio del 2011, in cui s’indaga la trasformazione dell’immaginario newyorkese delle zone del Lower East e della Down Town, luoghi abitati da figure marginali della società. Qui si muovono i personaggi, che vivono la realtà con un forte distacco emotivo e una diffusa mediazione tecnologica.

Ditch Plains è un lavoro del 2013 in cui un gruppo di danzatori balla in una Brooklyn deserta: tutti sono barricati in casa in attesa dell’uragano Sandy. La danza diventa un mezzo per esorcizzare la paura e la tensione sociale che porta la maggior parte della popolazione alla paralisi e alla chiusura rispetto al mondo circostante.

 

Tonight and the People invece è il lungometraggio di Neil Beloufa.

Beloufa costruisce un set che ricalca gli stilemi del cinema americano classico e lo popola di stereotipi della cultura statunitense. Anche qui si aspetta un’apocalisse e s’indagano le paure e le idiosincrasie di una società che si sente sull’orlo del tracollo.

 

Da dove nasce questa nuova tendenza dell’Art Cinema?

Molti artisti si avvicinano al linguaggio cinematografico perché è un linguaggio più efficace di molti altri mezzi espressivi. Inoltre permette a una fetta di pubblico più grande di quella che frequenta le gallerie d’arte di avvicinarsi all’arte contemporanea. Così c’è la possibilità di avere una distribuzione maggiore e anche il pubblico si sente più a suo agio.

 

L’arte contemporanea viene spesso percepita come difficile, qualche suggerimento al pubblico?

Certamente l’arte contemporanea non può piacere a tutti, ma la tendenza degli artisti oggi è quella di tornare a essere più inclusivi. Credo che lo spettatore debba lasciarsi andare serenamente e riprendere coscienza di sé e del suo ruolo, che è fondamentale per far vivere l’arte. Le reazioni positive in questi anni di VerniXage, con sempre più visitatori, fanno ben sperare in questo senso.

 

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