SENZA UNA STRADA <br> SOPRA LE TUE ONDE

SENZA UNA STRADA
SOPRA LE TUE ONDE

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Stasera dopo il corto El Vagòn viene presentato Sponde di Irene Dionisio, uno dei lungometraggi più interessanti del Concorso Prospettive e vincitore del premio Solinas Documentari. Un’opera potente sulla morte dei migranti in mare

 

«Il sole sorge a Est, da dove vengono le onde e il mare, l'orizzonte per noi è molto importante, è come se ci fosse una divinità dall'altra parte, come se ci fosse Dio». L'orizzonte, l'Italia e oltre,  Nel sicuro sole del Nord, sottotitolo del documentario di Irene Dionisio: Sponde.

Il film segue, come un messaggio in bottiglia nel Mediterraneo, la corrispondenza tra Mohsen Lihidheb, scultore e postino Tunisino e Vincenzo Lombardo, becchino in pensione di Lampedusa. Mohsen, a Zarsis, cura un giardino della memoria, raccogliendo sulla spiaggia materiali lasciati dal mare e dai migranti (bottiglie, scarpe, pacchetti di sigarette...), quello che lui stesso definisce «un alfabeto del linguaggio della natura». I due cominciano a scriversi, accomunati da una vicenda personale di grande umanità: Vincenzo dà sepoltura ai corpi dei cadaveri dei migranti, Mohsen ha costruito un mausoleo con gli oggetti che appartenevano ai morti in mare.

Un giorno trova un corpo (vittima della Primavera Araba) e decide di dargli sepoltura. Sull'altra sponda, Vincenzo compie lo stesso rito, ponendo una croce sulla tomba di un uomo non cattolico. Da Zarsis a Lampedusa si scatenano le polemiche nelle rispettive comunità, da una parte i sostenitori di Ben Alì, dall'altra i cattolici. I due amici vengono accusati delle peggiori calunnie, tra le quali quella di infedeltà per aver seppellito corpi di persone di un'altra religione.

Ma più forte delle contestazioni è il sentimento che lega i due uomini: «Amico mio, lo so che oltre quel mare hai seppellito i corpi dei miei fratelli» e Vincenzo: «Mi sento impotente, che cosa posso fare?».  Con questo pretesto poetico l'autrice traccia un ponte tra l'Italia e il Maghreb, attraverso Lampedusa isola-simbolo. Irene Dionisio indaga un'area del Mediterraneo troppo spesso spettacolarizzata dai mass-media e riportata alla vera natura delle cose, umanizzandola e contestualizzandola, proprio mentre vediamo accorrere la stampa internazionale, formarsi comitati di protesta, in un momento del doloroso acuirsi delle tragedie del mare.

Sponde è stato sviluppato all'interno del workshop “Nutrimenti celesti, nutrimenti terrestri”, organizzato dall'Associazione Filmaker, con il supporto di Fondazione Cariplo. Ha vinto il premio Solinas Documentari per il Cineme edizione 2012.

 

 

Sponde di Irene Dionisio verrà proiettato stasera dopo il cortometraggio El vagòn di Gaetano Crivaro e Andrès Santamaria, Concorso Prospettive, ore 19.00, Arcobaleno Film Center Sala 3, alla presenza degli autori

 

 

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