IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
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In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

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DIETRO LA GUERRA, BELLEZZA

DIETRO LA GUERRA, BELLEZZA

Hüseyin Karabey ha una ricetta particolare: parla della guerra raccontando anche le cose positive che rimangono oscurate dalla sua violenza. Il film che quest’anno è in concorso, Come to my voice, parla del viaggio che Jivan e sua nonna devono intraprendere alla ricerca di un modo per salvare il papà della bambina. Pur muovendosi in un contesto di pericoli e difficoltà, il film è ricco di elementi fiabeschi , a tratti quasi magici.

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UN AMORE DI BUCAREST

UN AMORE DI BUCAREST

Camicia a quadri, mani nelle tasche dei jeans, occhi sorridenti. Tom Wilson, 33enne regista del misterioso documentario The Bucuresti Experiment, mantiene il riserbo sul film ma ha tanta voglia di raccontare al mondo quanto meravigliosa sia la Romania.

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STORIE DELL'ARTE

STORIE DELL'ARTE

Rino Tagliafierro, giovane e poliedrico artista piacentino, presenta al MFF il suo ultimo corto Beauty. Appassionato di arte fin da bambino ha trovato il modo di combinarla con il cinema, attraverso corti sempre in bilico tra sperimentazione e animazione.

Ed è proprio la scelta di non incasellare un'opera dentro un genere preconfezionato a caratterizzare lo stile di Rino che ci parla di Beauty come di un corto dagli infiniti volti.

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RITORNO AL FUTURO

RITORNO AL FUTURO

Davy Chou, classe 1983, non è estraneo al MFF. Il regista franco-cambogiano è stato a Milano anche in passato con il suo primo documentario Golden Slumbers e nel 2013 è stato membro della giuria del concorso lungometraggi.
Ritorna in questa edizione del festival con Cambodia 2099, un corto in cui lo sguardo è rivolto al presente e al futuro, tra il disagio di chi è obbligato a lasciare la propria terra e i sogni di un futuro lontano e utopistico
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LA CORSA ALL'ORO

LA CORSA ALL'ORO

Abbiamo incontrato Fabio Merafino di Esterni al Teatro Strehler. Di professione fundraiser, è tra coloro che  permette al MFF di esistere ogni anno e riesce a farlo con un budget piccolo e sempre a rischio. Quest’anno 550.000 € per un festival di undici giorni, ricco di sezioni e film.

 

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