LA TERRA TREMA

LA TERRA TREMA
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Meurtre à Pacot, ultima opera del regista Raoul Peck, racconta in maniera potente e destabilizzante le contraddizioni della società haitiana alla luce del terremoto che sconvolse l’isola cinque anni fa

 

Il violento terremoto che nel 2010 colpì Haiti non distrusse soltanto le fragili baraccopoli dei quartieri più poveri dell’isola, ma ridusse in macerie anche le solide case dei ricchi. È proprio a questi ultimi che rivolge lo sguardo Raoul Peck, nella sua ultima opera Meurtre à Pacot, presente al FCAAAL nel Concorso lungometraggi. Il regista ha raccontato di essere stato visivamente colpito dallo spettacolo della ricchezza improvvisamente in frantumi, mentre camminava per le strade di Port-au-Prince, durante le riprese del suo precedente documentario Assistance mortelle

È questa la genesi della storia raccontata da Peck e che vede come protagonisti una coppia della classe media haitiana, improvvisamente costretta a trasferirsi nella casa del servitore, per affittare l’unica parte integra della loro elegante villa al responsabile di un’organizzazione internazionale, Alex, giunto sull’isola per portare aiuti umanitari. Il nuovo ospite arriva accompagnato da una giovane ed esuberante ragazza haitiana, Andrémise, determinata a lasciare l’isola, al fianco di qualche giovane e ricco straniero. 

Tutti i personaggi si muovono in un tempo immobile, circondati da macerie bianche e polvere, respirando un’aria ancora satura dell’odore di morte. Il terremoto non ha interrotto solo il fluire regolare della vita dell’isola, ma ne ha alterato anche tutte le strutture sociali, portando a galla ingiustizie e forti disparità di classe. In un certo senso la natura, con la sua violenza, azzera le differenze e le categorie create degli uomini, o quanto meno li costringe a metterle in discussione. È significativo, allora, che di fronte alla donna borghese che nega di sentire l’odore dei corpi in decomposizione, un giovane amico di Andrémise le risponda: «Ormai anche voi siete come noi: insensibili agli odori». 

La critica di Peck, però, non cala impietosa solo sulle ingiustizie sociali, ma anche su un sistema troppo spesso immune da giudizi e valutazioni: il mondo delle ONG. Alex, che all’interno del film ne diventa il rappresentante tipo, non è mai inquadrato mentre porta aiuto ai civili, ma sempre immerso tra gli agi che la sua posizione privilegiata gli concede. 

Così, ancora una volta, una storia di finzione diventa per Peck uno strumento per mostrare la realtà, che emerge con efficacia e prepotenza da ogni inquadratura.  

 

Meurtre à Pacot di Raoul Peck, Concorso Lungometraggi, ven 7, ore 21,00, Auditorium San Fedele, sab 9, ore 15.30 all’Institut français 

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