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LEGAMI DI FAMIGLIA
di Francesco Foschini

I cortometraggi Casitas di Javier Marco e Le Repas Dominical di Céline Devaux ci raccontano la situazione attuale della famiglia contemporanea attraverso legami e maschere

Casitas di Javier Marco - vincitore di molti premi nei festival internazionali -  ci pone davanti al problema delle nuove generazioni, il nulla come triste metafora della società contemporanea. Marco gioca sulla tragicomicità dell’illusione giovanile grazie all’uso del fuoricampo. Per una giovane coppia sembra andare tutto per il meglio: promozione d’ufficio per lui, successo editoriale per lei, cena pronta in tavola, macchina nuova… Tutto questo, però, esiste solo nelle loro menti. Appena la mdp stacca con una panoramica dal loro appartamento arredato di fresco, veniamo a conoscenza che in realtà ci troviamo all’interno di un grande magazzino. Olga, una delle commesse spiega a un cliente che osserva incredulo i due giovani: «Non sono pericolosi, stanno solo giocando». Con il nulla. Come si faceva da piccoli all’asilo, immaginando una realtà alternativa. Non c’è stata nessuna promozione, nessun successo lavorativo e tanto meno non c’è nessuna cena pronta. Tutto vive nella finzione e nell’invisibilità che la loro mente ha – volutamente – creato per cercare di non pensare alla frustrante quotidianità: senza impiego, ancora in casa con mamma e papà. Tristi verità che per gli over 30 di oggi non sono facili da accettare e gestire.

Lo spagnolo Marco racconta, attraverso toni comici e giocosi, un incisivo quanto graffiante ritratto dell’attuale condizione giovanile che sta raggiungendo definitivamente l’età adulta: le illusioni di un nulla pratico e concreto, sogni che rimarranno tali senza la possibilità di poterli realizzare, vani e giganti castelli in aria che possono crollare da un momento all’altro. Un gioco cinematografico che da finto passa spietatamente alla nuda realtà. Tema quanto mai attuale per le nuove generazioni di ragazzi, i quali non vedono l’ora di poter crescere per lasciarsi alle spalle il momento del gioco ed entrare nel mondo dei “grandi”. Arriverà veramente quel momento? Nel frattempo il cliente non più attonito ha accettato di bersi una tazza di non-tè che la coppia gli ha gentilmente offerto.

Céline Devaux, invece, sceglie la strada del corto d’animazione. Con Le Repas Dominical, la regista francese gioca la carta del pranzo in famiglia per raccontare i legami e le maschere che ogni persona intrattiene con l’altra.

Devaux ci racconta la storia di Jean e della sua, in realtà normalissima, famiglia. Attraverso le illustrazioni della regista, la voce fuori campo di Vincent Macaigne e le musiche di Flavien Berger, il cortometraggio fa entrare lo spettatore nella più profonda intimità della famiglia del protagonista, composta da: mamma, papà, due zie, una nonna. Il giovane Jean, omosessuale dichiarato, ci fa subito notare come il suo orientamento sessuale sia in parte ignorato dai famigliari. La mamma non chiede al figlio se ha un fidanzato ma un “amico”, soffermandosi poi sulle proprie esperienze saffiche di gioventù e di quanto fosse mantide religiosa con i maschi. Colta poi da una lieve nostalgia del passato, beve vino. Le zie, dipinte come le tipiche zitelle inacidite e pettegole, fanno palesi domande “scomode” a Jean, e sono profondamente odiate dal padre del ragazzo. Bevono pure loro.

La nonna invece parla poco, si limita a ricordare qualche frammento dei tempi che furono, e anche lei si dedica al vino. Il padre risulta un uomo inetto che non riesce a dimostrare il giusto affetto verso il figlio, usando poi il vino come scusa per poter riuscire almeno a proferire qualche parola. Infine Jean, che beve pure lui per affrontare il tanto temuto pranzo della domenica. Fino a quando, una volta finito il tour de force parentale (più che gastronomico, gastrico), non gli viene chiesto se la domenica successiva tornerà per un altro pranzo in famiglia. Un circolo vizioso che in realtà riassume la quotidianità di tutti.

Céline Devaux ha realizzato, attraverso l’uso di immagini animate, una profonda riflessione sulle relazioni umane di ambiente domestico, partendo dall’omosessualità di Jean per arrivare in realtà a radiografare i legami famigliari in una qualunque domenica passata con i parenti, dove il vino è il collante principale di tutti i rapporti e delle discussioni.

Alla fine, capiamo che la famiglia di Jean non è poi così diversa dalle altre. Quello che per il ragazzo può sembrare realtà unica, impossibile, imbarazzante, insopportabile, non lo è solo per lui. Tutti abbiamo parenti serpenti o vissuto situazioni analoghe al protagonista. L’invito a pranzo per domenica prossima è sottinteso, Jean ci sarà perché, nonostante le mille seccature, le domande inopportune, le divagazioni scomode, il bene verso i suoi parenti è sempre rimasto tale.

Gruppo A tra cui Le Repas Dominical di Céline Devaux, Concorso Internazionale Cortometraggi, gio 10, ore 21, Parco Sempione

Repliche lun 14, ore 17, Teatro Studio Melato e sab 19, ore 18, MIMAT

Gruppo I tra cui Casitas di Javier Marco, Concorso Internazionale Cortometraggi, gio 10, ore 22.30, Teatro Strehler

Repliche mer 16, ore 21, Parco Sempione e dom 20, ore 15, Teatro Strehler