E I FRANCESI CI RISPETTANO

E I FRANCESI CI RISPETTANO
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Un documentario potente sulla storica vittoria di Vincenzo Nibali al Tour. Tutta l'epica della bicicletta e della fatica su due ruote

 

Vincenzo Nibali trionfa al Tour de France 2014. Il ventinovenne di Messina, che a 15 anni ha deciso di fare le valigie e allontanarsi dalla Sicilia, è arrivato primo in classifica ai Campi Elisi. Il documentario Un siciliano a Parigi, prodotto dalla RAI, in meno di un’ora narra l’inarrestabile ascesa di Vincenzo Nibali, dando al Tour non solo una pennellata di giallo, ma di altri colori, i colori delle emozioni dei tifosi lungo le strade. Una narrazione puntuale e ricchissima di immagini mozzafiato, sul filo delle curve e sull’orlo dell’Izoard, ultima tappa alpina. Un racconto denso di emozioni. 

 

Grazie alle telecamere abbiamo l’opportunità di seguirlo come un’ombra: i massaggi nella sua stanza, i trasferimenti sul pullman della squadra, la festa finale che solo le telecamere RAI hanno avuto l'opportunità di filmare. Il racconto di queste tre settimane, già scolpite nella storia sportiva, è costruito meticolosamente con voci, musica, cronache originali ed interviste inedite ai compagni Scarponi, Vanotti e al preparatore Paolo Slongo. Incisivo l’alternarsi delle parole di Vincenzo con la voce narrante pacata e appassionata. 

 

Nibali piace per la semplicità spontanea, per il sorriso appena accennato, per gli occhi intelligenti e la profonda umanità. Le sue interviste sono un mix di concretezza e misura, tutto con la massima autenticità. Nibali, soprannominato lo “Squalo dello Stretto” per la facilità con cui divora gli avversari, merita anche il soprannome di “Signore in giallo” per la sobrietà con cui indossa la maglia gialla di vincitore del tour. 

Coraggio, determinazione, sfida dei propri limiti, appartenenza, rispetto delle regole, spirito di sacrificio ne fanno a buon diritto un vero ambasciatore dello sport e della sua Sicilia, nel mondo. Vincenzo entra nella leggenda del ciclismo mondiale con campioni come Gino Bartali, Fausto Coppi, Anquetil, Eddy Merckx. Le sue vittorie di Giro e Vuelta (impresa che condivide solo con altri sei corridori) hanno il sapore della ripartenza. Se uno come Vincenzo vince il Tour, significa che il ciclismo è cambiato e, dopo vent'anni di scandali e bugie, c’è la speranza di poter riaccendere la fiamma di questo sport. Vincere in modo pulito è ancora possibile.

 

Tour de France, Giro di Francia. Grand Boucle, Grande Ricciolo (la tendenza a italianizzare non è casuale) per via del percorso che si articola intorno al territorio francese prima di chiudersi a Parigi sui Campi Elisi. La corsa a tappe ciclistica più famosa nel mondo è nata nel 1903 e un campione che non l’abbia vinta almeno una volta è impensabile, da Lance Armstrong a Pantani. E finalmente, a 16 anni di distanza, in cima c’è di nuovo un italiano.

 

Un siciliano a Parigi a cura di RAI Radiotelevisione Italiana, regia di Alessandra De Stefano, ven 5 dicembre, ore 18.45, Sala Parlamentino

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