VIDEOZERO: ANNO 16

VIDEOZERO: ANNO 16
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Mercoledì 5 novembre torna nel centro di Milano, nelle sale della Galleria Rivoli Due, la rassegna  curata da Francesco Ballo: in cartellone nove opere realizzate dagli studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Brera

 

Siamo giunti alla sedicesima edizione: cos'è cambiato dall'origine?
Quando nel 1999 è nata Videozero non c’erano scuole o dipartimenti dedicati al video e alle nuove tecnologie. Pensa che i primi film erano ancora in VHS... Avevamo deciso di portare i film fatti dagli studenti e presentarli uno dopo l’altro ad un pubblico meno ristretto, non solo i frequentatori di mostre, come in una sala cinematografica. Ogni anno la rassegna è aperta a tutti gli studenti che vogliono partecipare. Per chi fa film o video fuori dai circuiti commerciali il problema è la distribuzione: se non si ha una distribuzione come si può vedere il film?

 

Quali generi prevalgono in questa edizione? 
Videozero cerca di proporsi come un’antologia il più possibile completa. In origine arrivavano molti lavori di fiction. I nove cortometraggi di quest’anno sono di animazione,  videoperfomance,  o documentari sulla visione della città. Sguardi molteplici di un occhio che indaga e innova. L’aspetto interessante di queste opere è che non sono accademiche- inteso come scolastiche- ma libere, e questo è sempre stato lo spirito sotterraneo di Videozero. Una ricerca con pochi mezzi che mostrasse la varietà di prospettive a seconda dei background degli studenti.

 

Questi video sono realizzati durante i corsi?
Sono fatti dagli studenti per conto proprio, sono micro produzioni personali. C’è sì un lavoro di gruppo, ma non viene presentato in questa rassegna di un’ora e un quarto, ma sarà nell’edizione centrale in Brera.
Il corso  che tengo è piuttosto teorico, si concentra sull’analisi e la lettura dei film. Si cerca quanto possibile di lavorare assieme agli studenti  al di fuori dello spazio delle lezioni. L’aspetto fondamentale rimane sempre la voglia e il piacere da parte dello studente di fare e di realizzare qualcosa mettendosi dietro la macchina da presa. Poi c’è il solito problema della produzione e in seguito della possibile visione. 

 

Videozero fa proprio questo.
E poi il film può avere percorsi differenti. Dalle scorse edizioni sono passati alcuni lavori presentati anche al Torino Film Festival e da lì la possibilità per gli autori di produrre nuovi film. È senz’altro un punto di partenza. Un esempio può essere quello di Simone Trabucchi e Simone Bertuzzi, il duo artistico Invernomuto, il loro primo video nel 2003 è stato nella rassegna di Videozero. Anche Micol Rubini, o Lorenzo Casali, che poi hanno fatto altri film. Da ricordare l’Associazione Cinematografica Pandora che ci ha presentato a Milano. I primi anni siamo anche stati al Milano Film Festival, ma anche alle Strade del Cinema di Aosta, un’edizione al PAC, allo Spazio Lima, al centro sociale BULK, e gli ultimi anni con Mario Gorni al DOCVA di Milano. Si è sempre cercato di portare al di fuori di Brera tutto il materiale possibile. 

 

I video presenti alla sedicesima edizione di Videozero:

Documenti di viaggio, di Federico Frefel
02, di Antonio di Biase 
Passo a due (mani), di Camilla Monga
Tutto com’era prima, di Francesco Mazza
Hamza, di Reisa H Boksi
The big ship, di Massimo Vaschetto
The reborn, di Nazanin Golban
Duty drive, di Lorenzo Bellini, Roberto Carovilla e Giacomo Regallo
CS 1200 R, di Davide Busnelli

 

Inaugurazione merc. 5 novembre, ore 18.30, Galleria Rivoli Due

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