Milanofilmnetwork-daily Milanofilmnetwork

ARTISTI IN CITTÀ
ROUBINI E CASALI, TRA NATURALE E ARTIFICIALE
di Giulia Menegardo

Micol Roubini è una videomaker e sound designer milanese che dal 2010 lavora con l'artista visivo e scultore Lorenzo Casali nella realizzazione di opere site-specific che hanno come tema centrale l’incontro-scontro tra naturale e artificiale

In un’epoca in cui è sempre più diffusa la tendenza ad appropriarsi dei luoghi per trasformarli, i lavori della coppia artistica portano all’attenzione di tutti questa dualità. La frenesia dello sviluppo e del progresso ha condotto l’essere umano a una sorta di cecità culturale e alla conseguente perdita di sensibilità verso quel delicato “essere naturale” di cui siamo parte. Il paesaggio diventa allora un animale da catturare e addomesticare, modificandone i tratti per rendere ciò che è inospitale, abitabile e sfruttabile. Anche i tentativi di salvaguardia dei patrimoni naturali producono una serie di conseguenze contraddittorie e costituiscono un palliativo a un problema ormai datato, profondamente radicato nella mentalità occidentale.

Un argomento controverso, dunque, che i due cineasti decidono di mostrare in modo obiettivo, senza esprimere un giudizio di valore, nel documentario Green Gold, realizzato nell’ambito di una residenza d’artista in Finlandia e presentato a Rotterdam nel 2013.

L’espressione finlandese “oro verde” si riferisce al valore economico dell’attività di silvicoltura che però ha finito col determinare un impoverimento della biodiversità. Gli autori, sensibili al problema ecologico di proporzioni sempre maggiori, girano un video che è pura poesia di suono e forme naturali, nel quale le brutture dell’artificio umano diventano comparse necessarie a testimoniare le falle di un salvataggio che non raggiunge il suo fine. Il verde del bosco invade lo schermo e fa sentire la sua voce ma basta prestare attenzione per capire che quel ronzio di sottofondo non ha nulla di naturale. La sabbia conserva le tracce di un passaggio umano, così come l’ambiente un tempo incontaminato.

Il paesaggio diventa un soggetto narrante che si racconta e coinvolge lo spettatore.

Nello stesso anno prende forma un altro lavoro ambientato questa volta in Italia, nel paradiso alpino della Vallecamonica. Atlante Silvestre mantiene lo stile documentaristico-narrativo scevro da ogni volontà giudicante. Il fiume della valle è il soggetto prescelto per mostrare la realtà di una naturalità che è solo apparenza in quanto fortemente antropizzata e profondamente alterata. Anche questa volta il suono commenta le immagini di un paesaggio vivo e a tratti malinconico, un’armonia multiforme di schiocchi, gorgoglii e cinguettii ripetutamente interrotta dal rombare violento di un motore e dai rumori prodotti dalla presenza umana.

La ragione di una sempre più spietata umanizzazione del paesaggio, è affrontata con ironia in Arrange Your Rocks Naturally. Il titolo si ispira ad un manuale inglese di giardinaggio nel quale si spiega come disporre le rocce in un giardino, in modo che sembri uno scenario naturale. Ecco che emerge la volontà dell’uomo di appropriazione e organizzazione degli spazi alterando inevitabilmente la vera natura di ciò che è.  L’artificio è testimoniato dalle carte topografiche che definiscono confini e dividono il territorio in settori. L’umanità si spartisce un patrimonio che non le appartiene per soddisfare le proprie necessità. Resta da capire a quali conseguenze future porterà questo approccio.

Lo stile di Micol e Lorenzo permette all’ambiente di catturare la nostra attenzione con la sua bellezza, di emozionarci e ipnotizzarci con i suoni che ne fanno parte, ai quali è sempre dedicata grande attenzione in fase di registrazione ed elaborazione. I film invitano a interrogarsi e riflettere sulle nostre responsabilità, senza l’aggressione di una denuncia. Gli artisti si limitano a offrire un punto d’osservazione sullo stato di cose attuale e l’occasione per una partecipazione collettiva a un discorso che riguarda tutti in egual modo.