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IL VIAGGIO DI G. MASTORNA:
IL SOGNO INTERROTTO DI FELLINI
di Michele Galardini

Il viaggio di Mastorna di Federico Fellini-un esperimento di ricostruzione è un appassionato viaggio dentro il film incompiuto più importante della storia del cinema. Il documentario verrà proiettato oggi a Invideo

La storia degli incompiuti nell’arte inizia probabilmente nel XVI secolo con i Prigioni di Michelangelo, ma se restringiamo il campo alla storia del cinema, è impossibile non imbattersi ne Il viaggio di G.Mastorna.

Fellini cullò questo suo oscuro oggetto del desiderio dal 1965, scrivendo la prima sceneggiatura e lo storyboard, pensando prima a Totò come interprete principale, poi a Marcello Mastroianni per poi convincersi infine che l’attore più adatto a interpretare il viaggio dantesco del musicista sarebbe stato Paolo Villaggio. 

Vincenzo Mollica lo ha definito «il film non realizzato più famoso della storia del cinema», mentre Gianpiero Brunetta nel suo ultimo libro - L'isola che non c'è. Viaggi nel cinema italiano che non vedremo mai - sottolinea come "Il Mastorna" continui a essere un progetto affascinante per le nuove generazioni. Lo dimostra il documentario di circa un’ora Il viaggio di Mastorna di Federico Fellini-un esperimento di ricostruzione realizzato da Lorenzo Corvi, Pietro Izzo, Marco Mion, in programma oggi al festival Invideo.

Nel documentario i tre autori dichiarano di aver compiuto un’operazione totalmente ispirata dalla passione nei confronti dell’incompiuto felliniano. L’adattamento dell’idea del regista riminese avviene attraverso  un’operazione di mash-up fra veri filmati di repertorio (in particolare da Block-notes di un regista), spezzoni di film come Toby Dammit (segmento di Tre passi nel delirio) ricontestualizzati nella storia del Mastorna e infine interventi diretti degli autori ripresi nella sala di montaggio.

Il tutto con la voce fuori campo di Eric Waterhouse, il cui compito è quello di accompagnare lo spettatore attraverso i capitoli, lungo il percorso tracciato da Fellini e tenuto in vita dai suoi collaboratori. In particolare Milo Manara che affiancò il regista per due storie a fumetti: Viaggio a Tulum e, appunto, Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet. Quando una parte di quest’ultima venne pubblicata sulla rivista “Il Grifo”, nel 1992, in fondo apparve la parola ‘fine’: un vocabolo che Fellini odiava perché riportava lo spettatore cinematografico alla realtà. Ma è la stessa idea di fine, di rottura irrimediabile fra realtà e fantasia, fra vita e morte, che contraddistingue l’ultima battuta che Fellini fa pronunciare a Mastorna nella sceneggiatura. Il musicista, dopo il viaggio ultraterreno, sale su un aereo e al pilota cinese che gli chiede dove vuole andare, risponde: «Non mi interessa, portami dove vuoi».

Qui finisce il sogno di Fellini e inizia la Storia del cinema italiano incompiuto.

Il viaggio di Mastorna di Federico Fellini-un esperimento di ricostruzione, sab 31 ottobre, ore 18.00, Sala Alda Merini, Spazio Oberdan