IL GIOCO DELL'INTEGRAZIONE

IL GIOCO DELL'INTEGRAZIONE
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Hector Villanueva è il curatore di Expo dei Popoli, la manifestazione parallela al festival FICTS che mette in scena le tradizioni per tutelare il patrimonio culturale delle nuove generazioni

 

Dal 5 al 7 dicembre il Palazzo Giureconsulti ospiterà l'animazione di Expo dei Popoli coordinata da Hector Villanueva, peruviano in Italia dal 1989. Si tratta di una manifestazione culturale itinerante di ampio respiro che abbraccia la poesia, l'arte, la musica e la danza in una miriade di stili e di espressioni diverse. Villanueva è un esperto di cooperazione internazionale e circa un anno fa ha deciso di valorizzare le identità e le differenze tra i popoli, attuando un processo di dialogo e d’integrazione sul territorio di Milano. Ha chiamato in causa le associazioni e le comunità non organizzate in vista di Expo 2015, dove allestirà uno stand permanente. Racconta: «La nostra città è un crocevia di migranti, le nuove generazioni devono avere la possibilità di mantenere vivo il contatto con le loro radici. La trasmissione del patrimonio culturale non deve interrompersi, può essere portata avanti anche da qui e diventare occasione di arricchimento comune.». Prima di Expo si snoda un lungo percorso di incontri e creatività che passa dal Festival FICTS, dove Villanueva ha curato il lato più ludico e spettacolare della manifestazione. In futuro le proposte sono tante, da un workshop teatrale sulla mimica attraverso cui si esprime l'identità culturale che il prossimo gennaio porterà in scena Expo dei Popoli al Politeatro di via Lucania, al festeggiamento del Carnevale Ambrosiano per cui quest'anno ha coinvolto ben ventiquattro Paesi. «Milano deve essere pronta per l'Expo. Noi siamo i nuovi cittadini e portiamo un messaggio di solidarietà ed educazione civica.». E con la sua associazione sogna già di partecipare all'inaugurazione delle Olimpiadi - Brasile 2016.

 


Cosa proponete durante il Festival FICTS?
Abbiamo deciso di puntare sullo spettacolo per coinvolgere un pubblico ampio. Ci saranno esibizioni di danze tradizionali, concerti di musica indigena e altre piccole performance. Rispetto all'anno passato avremo delegazioni dall'Africa Centrale e dalla Cina, non solo dall'America Latina. Quello che ci sta a cuore, raggiunta l'integrazione fra i cittadini, sono l'arricchimento, lo scambio e allo stesso tempo la difesa del patrimonio culturale che ogni migrante porta con sé. Mi sembra potenzialmente efficace farlo attraverso un percorso multidisciplinare e coinvolgente.

 

Nella vita di tutti i giorni, quali sono i problemi più urgenti delle associazioni che collaborano con Expo dei Popoli?
Le comunità che vorrebbero salvaguardare e tramandare il proprio folklore incontrano dei limiti strutturali. Spesso non hanno gli spazi, gli insegnanti o gli strumenti per farlo. L'inverno peggiora le cose perché non è più possibile riunirsi nei parchi o nelle piazze. Interrompere le attività anche solo per 3 mesi crea una grande dispersione e tutti i legami all'interno del gruppo si allentano. Bisogna agire sul territorio, cercare nuovi luoghi di incontro e soprattutto coinvolgere le scuole.

 

Parla di iniziative chiuse o aperte anche ai cittadini italiani?
Ci sono dei vincoli linguistici e organizzativi per cui a volte le comunità si isolano. Servono più corsi di italiano per stranieri, soprattutto in orari serali e nei giorni festivi in cui non si lavora, e più occasioni di ritrovo e integrazione. È tutto nelle mani dei consigli di zona e in particolare bisognerebbe partire dalla zona 4. Tra i centonovantaseimila abitanti quasi centomila sono stranieri. È lì che ha sede la mia associazione. Come dice Papa Francesco: «Dobbiamo andare nelle periferie per incontrare il valore della libertà.».

 

Molte delle vostre iniziative sono rivolte ai bambini. Che ruolo ha il gioco nel processo d'integrazione?
È fondamentale. Il gioco è l'anticamera dello sport, il primo momento di aggregazione e la culla della trasmissione del sapere. È così che si crea l'educazione al rispetto delle norme e del prossimo. Inoltre quando si parla di bambini mi sembra importante ribadire la mia posizione riguardo al diritto di cittadinanza, che non è ancora concesso ai figli di genitori stranieri. Almeno non prima del loro diciottesimo anno di età. È una norma ingiusta che deve cambiare, nasciamo tutti uguali.

 

Un progetto che le sta particolarmente a cuore?
Abbiamo scritto la sceneggiatura di un film, I nuovi milanesi. È una storia che parla di immigrazione e integrazione dalla teoria all'azione. Vorrei portarlo nelle scuole e nei cinema di quartiere. Sarebbe un modo per dare dei consigli pratici ai migranti e allo stesso tempo di educare gli italiani alla comprensione. Purtroppo non abbiamo ancora i mezzi per realizzarlo. Magari il FICTS sarà il punto di partenza per questa nuova avventura.

 

Expo dei Popoli, ven 5 dicembre, ore 18.00, Palazzo Giureconsulti, Sala Expo
Expo dei Popoli, sab 6 dicembre, ore 20.00, Palazzo Giureconsulti, Sala Expo
Expo dei Popoli, dom 7 dicembre, ore 15.00, Palazzo Giureconsulti, Sala Expo

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