LA GUERRA (NON) È UN GIOCO

LA GUERRA (NON) È UN GIOCO
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Storie reali o immaginarie raccontano l’intimità dell’odio umano in Démontable, The Memory of Shima e Fortune Faded. Opere di tre registi apparentemente molto distanti tra loro per geografia, cultura e stile, ma accomunate dal desiderio di approfondire e indagare le emergenze che affliggono il nostro pianeta

 

Invideo quest’anno ha tracciato percorsi ben definiti di ricerca, articolando le opere degli artisti italiani e internazionali in sei sezioni, per meglio descrivere gli orizzonti del villaggio globale odierno. Suggestioni visive sul mondo, le sue metamorfosi, i suoi ritmi, ma soprattuto sulle sue difficoltà. Perché la videoarte è anche consapevolezza sociale che muove da una necessità critica di denuncia.

 

Classe 1984, l’olandese Douwe Dijkstra è autore dell’ironico Démontable , in italiano smontabile, come i soldatini con cui mette in scena una violentissima guerra casalinga. Tra broccoli sotto assedio di un drone giocattolo, trincee scavate nel purè e un bagno di sangue ai piedi del ventilatore. La cucina diventa lo sfondo di una riflessione acuta sulla guerra, di come la violenza si impone nella nostra quotidianità, tra una sigaretta e una tazza di caffè, semplicemente debordando dallo schermo televisivo. Un confine sottile tra rappresentazione e realtà, in cui il regista, abituato a lavorare con ambienti multimediali, svela il trucco mostrando il green studio utilizzato per girare. 

 

Lo studente asiatico Kyeonghun Che ha invece deciso di esprimere la sua denuncia atomica incrociando sonorità post industriali a estratti di found footage. La sua opera, The Memory of Shima,  è un collage di orrori che impressionano lo spettatore con esplosioni, distruzioni apocalittiche e propaganda politica. Il minimo comune denominatore è il disastro, voluto, cercato, causato dall’uomo. Il ricordo di Hiroshima si mescola a quello di Fukushima. 

 

Spostandoci in Germania, scopriamo il debutto audiovisivo di Alexander Heringer, professionista impegnato soprattutto nell’ambito pubblicitario e da cui ha preso in prestito la freeze technique per raccontare attraverso immagini congelate, statiche e in movimento, il piccolo dramma familiare di Fortune Faded. Un incendio natalizio che focalizza lo sguardo sulla dimensione emotiva dei soggetti.

 

Fa riflettere come in ognuna di queste piccole e grandi guerre, la mano dell’uomo rappresenti la protagonista assoluta. 

 

 

Sab. 1 novembre, dalle ore 16.07, Spazio Oberdan

Il Rosa Nudo di Giovanni Coda, Italia, 2013, 70’

Hätäkutsu di Hannes Vartiainen e Pekka Veikkolaine, Finlandia, 2013, 15’

We are become death di Jean-Gabriel Périot, Francia, 2014, 4’

The Memory of Shima di Kyeonghun Che, Giappone - Repubblica di Corea, 2013, 10’

Hypocentre di Maxime Contour e Claire Lopez, Francia, 2013, 4’28’’

Fortune Faded di Alexander Heringer, Germania, 2012, 3’

Démontable di Douwe Dijkstra, Paesi Bassi, 2014, 12'

Enfin la fin di Benoît Delépine, Francia, 2012, 5'41''

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