EL DRITO DEGLI 8 BIT

EL DRITO DEGLI 8 BIT
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Il Parklive del MFF sperimenta generi nuovi e porta sul palco del Sempione deejay da tutta Europa. Questa sera l’appuntamento è con il protagonista milanese della micromusic in 8 bits. Pablito El Drito.

 

Al secolo Pablo Pistolesi, di giorno lavora nel mondo della comunicazione, di notte sintetizza suoni attraverso i vecchi Nintendo. È la sua vera passione, a cui è approdato circa sei anni fa per caso, dopo un passato nei centri sociali e una carriera ventennale come disc jockey. «L’idea di suonare con un Gameboy, che è un oggetto super piccolo, ma collegabile a impianti enormi che fanno un gran casino è un chiasmo per me. È bellissimo»

La sua visione dell’ 8 bit si esprime in un genere che definisce post techno. «Una specie di punk della techno, mettiamola così».

La Chip Music con il suo recupero di vecchie tecnologie per creare nuove identità sonore e l’intera sottocultura cyberpunk che ne deriva sono al centro del film di Javier Polo, Europe in 8 bits, proiettato al Parco Sempione prima della performance di Pablito. 

«Alla base della musica in 8 bit c’è un’idea non solo di recupero della pattumiera, ma di trasformazione delle tecnologie, quindi qualcosa che ha a che fare con l’etica hacker, oltre che con l’ecologismo» - ci spiega Pablito. «La scena italiana è molto eterogenea e variegata e nelle serate incontro qualsiasi tipo di pubblico. Dall’ambiente dei club a quello dei centri sociali e degli squatter, fino ai festival. Tante le richieste dall’estero, Parigi e Berlino soprattuto. Io faccio musica e il mio pubblico è quello della musica».

 

Per Pablito l’8 bit non è un genere ma un’attitudine con cui suonare qualsiasi tipo di musica, con cui purtroppo è difficile arrivare a fine mese. «Se avessi voluto fare soldi non avrei suonato con i videogiochi», ammette, definendosi un membro del proletariato della musica.

 

«Noi prendiamo la pattumiera, la trasformiamo e ci facciamo della musica. Al mercato delle pulci è facile trovare vecchi tesori abbandonati a 5 euro, gente che vuole buttare il suo Gameboy e te lo regala, che ti cerca su Facebook per passartelo. Io prendo tutto, gli pago una birra, gli regalo un disco e ho il mio nuovo strumento. Non è difficile e il costo è zero. Basta pensare che della prima versione del Gameboy sono stati venduti sul mercato 80 milioni di esemplari. Sono stati prodotti più Gameboy che italiani».

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