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THERE IS NO DISTANCE
IN THIS WORLD
di Stefania Ulivi*

«Se ne parla in termini di durata, di lunghezza dei piani ma è un film d’una suspense straordinaria, dotato di una potenza imprevedibile. Basterebbe la scena in cui Jeanne Dielman interrompe il suo rituale di preparazione del caffè perché la sala intera si senta, me lo ricordo bene, soffocare». Ha ragione Todd Haynes a parlare di Jeanne Dielman, 23 quai du Commerce, 1080 Bruxelles come di un thriller. Lo vide quando era all’università; la forza e la capacità di sperimentare di Chantal Akerman attraverso la  narrazione della routine quotidiana di una donna sullo schermo -  mescolando invenzioni formali, tempi morti e ironia - cambiò per sempre la sua idea di cinema. Lei la faceva, apparentemente, più semplice: «Un film d’amore», lo definiva, perché «dava un riconoscimento a quel tipo di donna. L’ho fatto per dare vita su set a queste azioni solitamente sottostimate».  Ma nessuno l’aveva fatto prima e pochi hanno saputo farlo in seguito con altrettanta libertà. È rimasta unica, Chantal Akerman, nella sua inesausta ostinazione ad annullare le distanze tra vita e cinema. Ci ha provato fino all’ultimo, con No Home Movie, seguendo, ancora per l’ultima  volta la madre Nelly, anche grazie a Skype. «There is no distance in this world» le dice. Per noi l’unico modo di cancellare le distanze, è continuare lasciarci incantare dalla sua opera, davanti a uno schermo. Cosa che, come in questi giorni a Milano, sta accadendo a Parigi, New York, Monaco, Cartagena. Consapevoli che, a differenza dei thriller, il suo enigma non avrà soluzione.

*Giornalista di cinema e musica del Corriere della Sera

I don’t belong anywhere - Le Cinema de Chantal Akerman di Marianne Lambert, sab 19 marzo, ore 15.00, Spazio Oberdan

La Chambre, Salute Ma Ville e Golden Eighties di Chantal Akerman, dom 20 marzo, ore 18:45, Sala Gregorianum

Jeanne Dielmann 23 Quai du commerce, 1080 Bruxelles di  Chantal Akerman, ven 25 marzo, ore 19.00, Sala Gregorianum