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CI VORREBBE UN DAILY TUTTO L'ANNO
di Redazione

Nella redazione del Daily ci si sente sempre un pochino ignoranti, ma ogni festival con i suoi autori, ospiti e personaggi aggiunge un tassello in più. E questa è una delle cose più interessanti a livello personale e professionale che abbiamo capito lavorando insieme a questo giornale online.

Ritrovarsi a Filmmaker è stata come una “big reunion” di ex compagni di classe: siamo sette ragazzi con gusti e formazioni differenti rappresentativi della multiculturalità e del plurilinguismo italici: dalle Marche alla Romagna, da Sesto San Giovanni a Genova, ci siamo incontrati a Milano. Portando con noi i nostri gusti: chi ama il trash di Joe D’Amato e conosce tutti i segreti su Jennifer (Jones), Vivien (Leigh), Joan (Crawford) e le altre dive del “mucchio” hollywoodiano e chi preferisce il body horror di David Cronenberg ha avuto modo di allargare i propri orizzonti verso altri tipi e stili di cinema.

Certo, seguire una rassegna da dietro le quinte non è come essere in platea: non sei in sala, non vai alle feste, non respiri a pieno il clima festivaliero. Ma siamo riusciti a non perdere un colpo e a tenere informato il pubblico, nonostante l’immancabile serie di sfortunati eventi che hanno colpito, uno a uno, noi redattori. C'è stato chi ha dovuto cambiare alloggio ogni due giorni, quasi tutti ci siamo persi tra le vie di Milano, infinite volte abbiamo sbagliato fermata della metro, ci siamo precipitati a seguire una masterclass mattutina con non più di due ore di sonno alle spalle. Alla più sfortunata è stato anche rubato il telefonino in tram, con l'intervista programmata per “andare in macchina“ quella sera registrata proprio lì. Insomma, dieci giorni da “quotidiano”, il tempo tiranno e noi a cercare di tenere il ritmo, di battuta in battuta, di paragrafo in paragrafo. Sul pezzo, letteralmente. 

Tutti insieme appassionatamente, più o meno. Scrivere un articolo a più mani, come in questo caso,  non è sempre rose e fiori (la discussione dura da questa mattina), ma fa parte del gioco, della crescita… E noi lo sappiamo. 

Come lo sa Paola Piacenza: paziente, disponibile, un boss impeccabile nel coordinarci con un aplomb molto british e scorte di proteine in frigorifero… Ma basta con i complimenti, che poi si imbarazza. Le abbiamo gentilmente occupato casa per dieci giorni, full time. Un clima che tra un gambo di sedano, un bicchiere di vino e un tentativo di cous cous, ci ha fatto sentire “in famiglia”. Ricordo indelebile: la presenza audio della vicina di casa (e non a basso volume) e proprio nelle ore “di chiusura”. Da Peter Tscherkassky si passava allora al rosario delle 17.00, puntuale. 

Dall’ultimo giorno di festival, appuntamento al prossimo Daily!

Andrea, Benedetta, Chiara, Francesco, Giulia, Roberta e Zelia