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L'ETÀ ACERBA
di Benedetta Diamanti

Un romanzo di formazione che accompagna a ritmo di musica due diciassettenni alla ricerca dei loro sogni: è Frastuono di Davide Maldi, vincitore del Premio Passion Silvano Cavatorta 

Angelica e Iaui sono due adolescenti pistoiesi che sognano Berlino e vogliono fare musica, lei canta melodie punk-rock e ama riprendersi in piccoli frammenti video; lui vive una vita fuori dal comune sui monti in una comunità isolata e compone musica psy-trance col sogno di suonarla ai festival. Frastuono di Davide Maldi è un film che nasce anche grazie al laboratorio produttivo Nutrimenti terrestri, nutrimenti celesti di Filmmaker e viene proiettato al Festival in occasione della premiazione. Abbiamo intervistato il regista.

Iaui e Angelica, i protagonisti del film, non sono attori, ma due adolescenti come tanti, come li hai scelti?

Ho voluto fare un documentario su cosa significhi crescere oggi e farlo attraverso la pratica musicale. Non volevamo attori professionisti perciò la ricerca è stata lunga e si è svolta in tutta Italia. Alla fine abbiamo trovato i due ragazzi a Pistoia, dove vivono e sono attivi nel sociale i miei due collaboratori, Nicola Ruganti e Lorenzo Maffucci. Abbiamo incontrato entrambi i ragazzi in due momenti legati alla musica: Iaui stava mettendo musica psy-trance durante un’autogestione e lo faceva in maniera molto consapevole per la sua età. Angelica invece è andata da Lorenzo, nella sua sala prove popolare, perché aveva un’idea precisa di musica da realizzare, ma non sapeva suonare nessuno strumento.

Come hai lavorato con loro?

Abbiamo cercato di rendere il lavoro il più spontaneo possibile. Abbiamo girato per quasi tre anni e per due anni i ragazzi non hanno ben capito cosa stavano facendo, secondo me. Ci siamo introdotti nel loro mondo, non abbiamo voluto impostare nulla. Era la macchina da presa che andava da loro e poi si giocava insieme, in libertà. Ci siamo sforzati di guardarli senza frapporre il giudizio, abbiamo fatto quello che facevano loro. Il racconto si è plasmato insieme a loro, in base alle loro idee e ai loro gusti, come ad esempio la decisione di andare insieme a Berlino.

Dopo tre anni di riprese avrete avuto molto girato, come lo avete selezionato?

Il lavoro di Ilaria Fraioli al montaggio è stato fondamentale. C’erano dei punti fissi, come l’inizio e la fine e dei meccanismi interni che dovevano reggere la narrazione, per il resto è stata lei a bilanciare il tutto. Grazie a questo lavoro lo spettatore si avvicina a livello emotivo alla vita quotidiana e poco mediata dei ragazzi, alla noia che impernia l’adolescenza.

Perché hai scelto di lavorare proprio sull’adolescenza?

Si può dire che il romanzo di formazione sia un po’ la mia ossessione. Mi interessa il processo di crescita, a qualunque età esso avvenga. Mi interessano ancora di più i diciassettenni, perché la loro è un’età travisata, in troppi si scordano che cosa vuol dire essere adolescenti. Per questo ci siamo voluti porre in ascolto.

Nel film mancano quasi del tutto i dialoghi, sostituiti dalla musica che ha un ruolo fondamentale.

Il silenzio è dovuto alla realtà in cui mi sono imbattuto, Iaui è un ragazzo che non parla praticamente mai e Angelica è una ragazza molto timida, volendo dare una sintesi precisa delle loro vite e il più naturale possibile abbiamo mantenuto l’assenza di dialoghi. La musica invece è molto importante, soprattutto durante l’adolescenza, perché è una palestra di relazioni, che muove lo stare insieme, soprattutto in contesti di provincia. La costruzione del suono era la metafora più vicina all’idea di romanzo di formazione che avevamo, perché chi fa musica cerca di avere un progetto da realizzare non solo dentro la propria stanza, ma anche da portare fuori.

Frastuono di Davide Maldi, mer 3 dicembre, ore 20.00, Spazio Oberdan