METABOLIZZARE L'ARTE

METABOLIZZARE L'ARTE
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Mediterranea 17, Biennale Giovani Artisti, curata da Andrea Bruciati è in mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano fino al 22 novembre. Il daily MFN vi racconta uno dei percorsi possibili di un'esposizione ricca e suggestiva

 

 

Dal 22 ottobre al 22 novembre, alla Fabbrica del Vapore di Milano, si tiene Mediterranea 17 - Biennale Giovani Artisti, curata da Andrea Bruciati e promossa dal network internazionale BJCEM con il Comune di Milano. Un evento multidisciplinare che ha accolto 300 artisti (under 35) provenienti da 20 paesi dell’intera area euro-mediterranea. Crocevia di civiltà millenarie, le culture dei diversi popoli separati a livello geografico-politico vengono qui riunite grazie a uno spazio artistico, un luogo-altro che racconta uno scenario creativo tessuto sul valore dell’identità, della percezione di sé e del mondo. Protagonisti i giovani che si confrontano sul tema NO FOOD’S LAND. I progetti contemplano svariate forme di espressione: arti visive e applicate, narrazione, spettacolo, musica, cinema e gastronomia. Zolle di terra capovolte, scarpe sospese su mucchi di grano, fumetti che mostrano colore come salsa sulle patatine sono solo alcuni esempi della varietà delle opere in mostra, passando dalla riflessione sul cibo e la terra al futuro del processo artistico.

 

L'arte contemporanea sta sul confine tra scienza e bricolage culturale, un sistema aperto che assorbe, assimila e digerisce nel tempo le fonti, i riferimenti culturali, le immagini del database mondiale che si divorano, così come accade all'assorbimento corporeo del cibo quando si trasforma in nutrimento. Il processo digestivo e quello creativo sono interconnessi per il significato del procedimento e per il suo scopo. L’artista è specchio e messaggero dei suoi tempi e della società in cui vive. In un sistema così saturo di immagini e pensieri, orientarsi nella ricerca di significati diventa un viaggio tortuoso e arduo. L’artista è quindi un “organo metabolizzante” il cui compito è di offrire un nuovo punto di vista su qualcosa che altrimenti sarebbe disperso in una massa di imput.

 

Greecetarving (opera del greco Crhristos Tsamis) è un’installazione composta da tecniche miste che esprime il disagio esistenziale dell’uomo di fronte alla codifica delle confuse informazioni ricevute, e il rischio di andare alla deriva in questo sistema-labirinto. La sovrabbondanza di contenuti che diviene spreco è analoga a quella dei prodotti alimentari nelle metropoli. Cristina Di Pietro presenta No food’s land – a short story, un breve racconto sulla riflessione di una ragazza che vive in una città dalla grande ricchezza alimentare e di stimoli, cibo per corpo e anima. L’artista invita a riflettere sull’incapacità di gestire tutte queste risorse mostrandoci un mondo in cui il consumo si interrompe. Similmente gli edifici incompiuti fotografati da Sam Laughlin sono esemplari di  nutrimento interrotto, causa di una mala gestione di risorse economiche. Le costruzioni ridotte a scheletri sono il simbolo del disfacimento della capacità di portare a termine, concretizzare. Vestigia di un tempo che costruisce rovine.

 

Mediterranea XVII - Biennale Giovani Artisti d'Europa e Mediterraneo, 22 ottobre - 22 novembre, Fabbrica del Vapore

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