LA SFIDA È L'INDIPENDENZA

LA SFIDA È L'INDIPENDENZA
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Il focus Identità Multiforme - Figure femminili, case e famiglie nella complessità del Medioriente porta al festival l'opera prima di Hiam Abbass Héritage e di Suha Arraf Villa Touma

 

Hiam Abbass e Suha Arraf firmano due film molto differenti. Se Abbass privilegia la recitazione e il realismo, Arraf ha un'impostazione fotografica precisa e una cura maniacale dei dettagli (trucco, costumi e scenografia). Eppure, entrambi muovono a partire dalla stessa urgenza, una crisi identitaria. «A 20 anni mi sentivo estranea ai valori della società israeliana quanto della tradizione conservatrice araba. Poi ho deciso di appartenere a me stessa e al mondo intero e sono partita per Parigi». Così Abbass, nata in un villaggio della Galilea settentrionale, al confine con il Libano, ha trovato la propria indipendenza.

 

Héritage è un film parzialmente autobiografico, in cui la protagonista, Hajar (Hafsia Herzi), si trova nella medesima situazione: sottostare al volere della famiglia o inseguire aspirazioni e modernità? In un sistema in cui tanto più l'esclusione da Israele è forte, tanto più le comunità arabe si barricano dietro all'esasperazione delle proprie tradizioni, il patriarcato sopravvive e la donna è costretta a combattere per la propria autodeterminazione. Racconta Abbass: «Ho sempre sentito che la mia identità di donna e artista era incompatibile con i valori tradizionali» proprio come Hajar, al centro di uno scontro che non trova soluzione, se non con l'abbandono del nucleo familiare.

 

In Villa Touma il conflitto è ancora più grave. Non solo la famiglia è un universo chiuso e morboso, ma la dimensione di possesso delle vite altruiche si realizza al suo interno è letale. Protagoniste, tre sorelle di religione cristiana e la loro nipote, Badia (Maria Zreik), prigioniere, aggrappate al senso dell'onore familiare e memori di una vita aristocratica che non esiste più. Un clima asfissiante in cui Badia sarà costretta a rinnegare se stessa, le sue origini palestinesi, per adattarsi alle regole di Villa Touma. La casa rappresenta queste ossessioni, mentre la città di Ramallah (in Cisgiordania) è lontana ed estranea. Nemica.

 

Arraf esaspera il rigore formale. Dalla cura dell'inquadratura, alla costruzione del set (oggetti, mobili, lampade, vestiti, acconciature). Anche la sceneggiatura è secca e tagliente, come scritta sotto un severo sguardo di rimprovero. La narrazione è scandita da matrimoni e funerali, a cui Badia partecipa nella speranza  delle zie di trovare marito. Sullo sfondo la disgregazione della comunità cristiano-israeliana iniziata dopo il conflitto con il Libano, che respinge Villa Touma in un “altrove” ancora più remoto e disperato. Anche Héritage si sviluppa attorno a un matrimonio e lo stesso conflitto, quello con il Libano, fa da sfondo alla narrazione.

 

«L'incombere della guerra esaspera la crisi dei singoli personaggi, fino a portarli al punto di rottura. Il sibilo dei razzi, il rumore assordante degli aerei e le esplosioni accompagnano i miei ricordi, fin dall'infanzia. Ho conosciuto tutti i protagonisti di questa storia, sono scritti nel mio passato, parte del mio vissuto» ha detto Abbass. Il caos generato è lo spunto per infrangere le regole. Hajar non si piegherà a pregiudizi e discriminazione,  anche se conquistare la libertà significherà perdere la propria identità familiare.

 

Il focus L'identità Multiforme - Figure femminili, case e famiglie nella complessità del Medioriente che Sguardi altrove dedica al cinema israeliano si apre oggi e domani con, Héritage e Villa Touma, con due registe esordienti che sfidano e insieme rivendicano la propria cultura. Due donne che in passato hanno lavorato insieme, attrice Abbass e sceneggiatrice Arraf, nel film Il giardino di limoni di Eran Riklis, presente nella sezione con Dancing Arabs, e che con Shira Geffen, Ronit e Shlomi Elkabetz e Amos Gitai raccontano “il cinema della complessità”, cartina torna sole della società israeliana.

 

Heritage di Hiam Abbass, ven 20, ore 19:00, Spazio Oberdan

Villa Touma di Suha Arras, sab 21, ore 21:00, Spazio Oberdan

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