SEMBENE, MON AMOUR

SEMBENE, MON AMOUR
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Il MFF omaggia il pioniere del cinema africano, Ousmane Sembène, con un documentario diretto da Samba Gadjingo e Jason Silverman. Un film importante per non dimenticare chi è riuscito a creare una nuova prospettiva nella cinematografia del continente più antico del mondo

 

Un percorso, quello di Ousmane Sembène, che sembra un romanzo: dall’infanzia spesa tra acqua, alberi, pesca e caccia nella zona senegalese della Casamance, agli studi in Russia, passando per l’educazione da autodidatta alla letteratura e ai temi dell’anticolonialismo. Arrivando così a scoprire la vera vocazione, quella del cinema e del racconto nazionale della “sua” Africa. Considerato il padre del cinema africano, Sembène ha portato un’arte che nel continente più antico del mondo era ancora assente: «Mancava tutto del cinema africano, compresi i fan». Il documentario di Samba Gadjingo (biografo ufficiale di Sembène) e Jason Silverman racconta efficacemente le gesta di un personaggio che ha voluto dare spazio e voce alla popolazione senegalese denunciandone precarietà, cattiva informazione e ingiustizia; inoltre evidenzia le tappe vitali e cinematografiche del regista scomparso nel 2007. Camp de Thiaroye diventa un interessante quanto spietato ritratto del colonialismo in Senegal, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il film girato nel 1988 (ma ambientato nel 1944), risultò così “scomodo” che il governo francese ne vietò la proiezione su tutto il territorio nazionale. Ma fu ventidue anni prima, con La nera di… (1966), che Sembène ottenne il successo mondiale. Il film (che verrà proiettato subito prima del documentario di Gadjingo e Silverman) è un atto di denuncia sullo sfruttamento di una giovane donna senegalese da parte di una famiglia della borghesia francese. Il ritratto del regista che Gadjingo e Silverman mettono a fuoco nel loro documentario ci fa capire che i film di Sembène sono atti politici, attraverso i quali i membri della comunità senegalese si ribellano alla condizione di schiavitù. Tra foto d’archivio e interventi di amici e parenti – tra cui Spike Lee, Danny Glover, Angela Davis, Mahen Bonetti, W. E. B. Du Bois – spicca il figlio Alain che ricorda affettuosamente i discorsi fatti col padre: «Con lui non si parlava mai di famiglia, ma di rivoluzione, di Africa e del futuro. Oltre a figlio ero diventato anche suo amico».

 

Sembene! di Samba Gadjigo e Jason Silverman, The Outsiders, sab 12, ore 21.30, Spazio Oberdan, ven 18, ore 21, Scatola Magica, dom 20, ore 21, Spazio Oberdan

 

A precedere verrà proiettato La nera di… di Ousmane Sembène, The Outsiders, sab 12, ore 20, Spazio Oberdan, dom 20, ore 19.30, Spazio Oberdan

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