IL PESO DI UNA NUVOLA

IL PESO DI UNA NUVOLA
di

In Ghana c’è un enorme mercato, Agbogbloshie, dove vengono venduti i rifiuti dell’Occidente: computer, televisioni, carcasse di moto, elettrodomestici. Un’enorme area in cui va a finire gran parte degli scarti tecnologici di Europa e Usa. All That Is Solid, di Louis Henderson, è il corto che indaga l’altra faccia dell’era tecnologica. Abbiamo intervistato il regista, ospite al MFF.

 

Lo stile è insolito, tutto si svolge nello schermo di un computer.

Ho lavorato a questo film per un’esibizione a Parigi, in un periodo in cui volevo andarmene dalla città, ma non avevo i soldi per farlo. Ero sempre nel mio studio e passavo molto tempo al computer, lavorando a vari progetti, navigando su internet, riguardando vecchi lavori. Non potendo andare all’estero per un nuovo progetto mi sono chiesto perché non fare qualcosa che mi rappresenti in questo momento. La mia quotidianità davanti a uno schermo è diventata il corto.

  

Il tema invece è frutto di un’altra esperienza.

Il mio lavoro precedente, Visionary Letters, era ambientato in Ghana e si occupava dei problemi legati alle nuove tecnologie. Volevo riprendere l’argomento e fare una sorta di autocritica: realizzare un video sui problemi legati alla produzione di tecnologia e farlo ovviamente attraverso un computer, che di questa filiera è l’icona. Tutti i materiali usati sono video girati da me e scartati durante il montaggio del film precedente. Li ho recuperati e rivisitati. Mi interessava la suggestione dello “scavo”: scavo archeologico nella memoria del mio pc, ma anche scavo nella terra, nelle miniere ghanesi.

 

È un processo circolare, si sfruttano i Paesi africani per estrarre le materie prime preziose, indispensabili per la nostra vita hi-tech, poi si rivendono loro i nostri rifiuti tecnologici.

Sono stato a una conferenza di Benjamin Bratton che ha detto: «Ognuno di noi ha un pezzo di Africa in tasca», alludendo ai metalli preziosi usati per costruire gli smartphone. La nostra tecnologia si basa sullo sfruttamento di altri Paesi, il divario diventa sempre più grande. Mi sono domandato quale futuro è possibile per la tecnologia. Era interessante ad esempio capire come la Apple ha presentato il suo Cloud: qualcosa di aereo, soffice come una nuvola, in cui si archiviano tutti i nostri dati, senza bisogno di supporti fisici. Nella realtà però sono necessari enormi hard-drive, tutt’altro che immateriali.

 

Da qui il titolo All That Is Solid.

«Tutto ciò che è solido dissolve nell’aria», recita Il Manifesto di Marx e Engels  a proposito di cosa sarebbe successo nello stato avanzato del capitalismo. Viviamo in un’economia capitalista al suoo massimo stadio di sviluppo e sta accadendo che giganti della tecnologia come la Apple affermino: «Tutto ciò che è solido dissolve nell’aria». E non è vero, io ho provato a dimostrarlo.

 

Concorso cortometraggi

All That Is Solid sab.6, ore 15, Teatro Strehler; mer. 10, ore 22.30, Teatro Strehler; ven. 12, ore 22.30, Teatro Strehler.

Articoli recenti

Daily