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PER UN FUTURO “ROSA”
di Martina Zerpelloni

Si è svolta ieri la conferenza Tra fiction e documentario: il cinema delle donne in Italia e in Europa, un confronto a più voci sul fare cinema presente, sulla possibilità di cambiare e sulla parità di genere

A coordinare l’incontro sul ruolo della donna nell’industria cinematografica, presso il Parlamento Europeo – Ufficio d’Informazione in Italia, c’è Patrizia Rappazzo, direttrice artistica di Sguardi Altrove Film Festival. Il primo intervento è di Alessia Sonaglioni, direttrice dell’EWA Network (European Women’s Audiovisual Network), che illustra il lavoro che la sua associazione ha compiuto dal 2006 a oggi, una ricerca sulla parità di genere. Lo studio, presentato in anteprima alla Berlinale, si avvale di sette team di ricerca di diversi Paesi europei (Svezia, Germania, Italia, Francia, Regno Unito, Austria e Croazia) e presenta dati ben poco incoraggianti, in particolar modo in riferimento ai finanziamenti pubblici (in Italia solo il 16,1% dei fondi nazionali è destinato a supportare opere di registe).

Quali sono le cause? Dietro la scusa della “routine famigliare” che ostacola la carriera, Sonaglioni individua la competizione per i finanziamenti (le commissioni per i finanziamenti pubblici sono infatti a predominanza maschile) e inoltre la scarsità di role models a cui le giovani registe possono ispirarsi. Quali le misure suggerite? Un monitoraggio e una raccolta di dati sistematici. Porre degli obiettivi volti al raggiungimento di parità di finanziamenti e, allo stesso tempo, una parità nella composizione delle commissioni. Importante è anche la sensibilizzazione al tema.

Attenta a questo argomento è sicuramente Laura Zagordi, direttrice della Civica Scuola di Cinema. Sottolinea come nell’ultimo anno la domanda di iscrizione da parte di donne sia quasi raddoppiata, donne che «hanno avuto il coraggio di pensare che potevano farcela».

«È necessario aumentare la consapevolezza del femminile anche tra le donne» afferma Cinzia Masotina (membro del direttivo “100 autori”) «le prime a dover avere una coscienza dobbiamo essere noi» ed evidenzia come il problema sia innanzitutto di diritti. Solo in un secondo tempo è possibile intraprendere una battaglia basata sulle capacità e sul merito. È necessario creare obiettivi istituzionali e lavorare sul pubblico o crearne uno nuovo, come sta succedendo con i Contenuti Aggiuntivi (eventi culturali quali Opera e Balletti presentati in sale cinematografiche).

Elisabetta Brunella, segretario generale Media Salles, la paragona un po’ a una «lotta dei piccoli mammiferi contro i mammut», un tentativo di evoluzione.

A questo punto prendono la parola la critica cinematografica Daniela Persico e la regista Alina Marazzi che si confrontano su quello che è o dovrebbe essere il linguaggio del cinema femminile e come questo viene recepito. Le vere registe sono infatti quelle che hanno portato un linguaggio nuovo e diverso. Questo a volte aiuta, ma spesso è anche una limitazione. Si crea quasi un mondo chiuso, simile a un piccolo circolo del bridge, in cui solo donne si confrontano con altre donne. È necessario quindi anche capire, secondo Stefania Casini (Vice Presidente Doc/it), quali sono le aspettative riguardo all’immaginario femminile e come questo viene raccontato. A questo proposito gli uomini cosa pensano? Prende la parola l’unico uomo presente, Gianfilippo Pedote, produttore di MIR cinematografica, che sottolinea la pervasività tradizionale del pensiero maschile e i suoi inganni, tra tutti proprio quello di fare distinzioni di genere.

Alla conferenza sono Intervenuti:

Alessia Sonaglioni, Direttrice EWA Network (European Women’s Audiovisiual Network): Dove sono le registe in Europa?

Laura Zagordi, direttrice della Civica Scuola di Cinema di Milano: La formazione nel cinema a Milano. Presentazione dell’indagine condotta alla Civica Scuola di Cinema.

Elisabetta Brunella, Segretario Generale Media Salles: Nell’era digitale, più opportunità per le donne nell’industria cinematografica?

Cinzia Masotina, membro del direttivo “100 autori”, sceneggiatrice e story editor: L’autorialità femminile tra estetica, diritti e opportunità.

Daniela Persico, critica cinematografica: Registe in Italia, di fronte a una doppia sfida.

Stefania Casini, Vice Presidente Doc/it: Premesse alla ricerca sulle donne nelle professioni creative: il caso dell’audiovisivo in Italia.

Gianfilippo Pedote, produttore di MIR cinematografica: Liberiamo il cinema delle donne dai fiori di mimosa.

Alina Marazzi, regista: Quale genere per un cinema di genere.

Ha coordinato Patrizia Rappazzo, direttrice artistica di Sguardi Altrove Film Festival.