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AUSTRALIA ANNO ZERO
di Francesco Emmola

Cresciuto con i film di Gregg Araki e gli show comici di Bruce LaBruce, innamorato di Pasolini, Antonioni e Derek Jarman, Dean Francis prova con Drown a liberare la definizione di mascolinità dai margini in cui in Australia è costretta  

Dean Francis, australiano, classe 1979. Nel suo cinema storie apparentemente ordinarie vengono stravolte dall'improvviso emergere di "elementi disturbanti" e da un confronto continuo col cinema di genere. Oggi al Festival Mix presenta il suo ultimo film, Drown.  

Chi è Dean Francis e da dove viene la sua passione per il cinema?

Per me la passione per il cinema deriva dalla necessità di dire qualcosa che non può essere verbalizzato a parole ma che puoi esporre a un pubblico in modo molto potente attraverso un viaggio psicologico ed esperienziale.

Potresti spiegare brevemente la tua poetica e se ti ispiri a qualcuno per la realizzazione dei tuoi film?

Il mio modo di filmare è molto istintivo e penso di avere centinaia di influenze che probabilmente sono inconsce.Sono cresciuto con i film di Gregg Araki e gli show comici di Bruce LaBruce.Per quanto concerne il cinema italiano adoro Pasolini e Antonioni con i suoi straordinari elementi visivi. Derek Jarman ha avuto una grossa influenza su Drown per come sono fotografate le forme umane e il modo intimo con cui entra in contatto ravvicinato con due  corpi che si uniscono. Nel mio lavoro poi aggiungo sempre un pizzico di naturalismo. In Drown abbiamo usato molto l'improvvisazione per plasmare i personaggi. 

Il tuo ultimo film Drown è una storia di invidia, violenza e omofobia ambientato nel mondo del surf australiano. Cosa puoi dirci su questo film?

C'è un grosso problema in Australia riguardante l'omofobia e alla definizione, molto limitata, di mascolinità. L'Australia è attualmente l'ultimo paese nel mondo anglofono occidentale ad aver  legalizzato i matrimoni gay. Per certi versi il mio paese e l'Italia hanno un paio di punti in comune. L'intento che sta dietro Drown è decostruire cosa voglia dire essere un uomo ed estendere questa definizione.

Qual è la tua opinione sui festival a tema LGBT in generale e sul FESTIVAL MIX in particolare?

Il cinema LGBT ha fatto molta strada e adesso ha un coraggio e un'audacia inediti, tutto ciò unito ad una forte consapevolezza della sua identità. La maggior parte delle recenti produzioni sono davvero sperimentali, si spingono oltre i limiti e meritano di essere viste da tutto lo spettro della società. Ciò che è più entusiasmante è che raccontano a modo loro le società in cui sono ambientati, italiana, australiana o qualsiasi essa sia.

E del cinema italiano oggi cosa pensi?

Il cinema italiano oggi vede l'affermarsi di registi molto interessanti. Una delle principali caratteristiche che differenzia il cinema italiano da quello australiano è che voi avete l'esempio della Nuova Onda Italiana, con tutti quei grandi registi che sono alla base della nascita dell'autentico cinema moderno. A me intimidisce un po' questa cosa...in Australia siamo un po' come all'Anno Zero, senza nessun grande regista a parte qualche rara eccezione. Il cinema italiano da quello che vedo è in qualche modo vincolato alla storia ma nello stesso tempo è molto evidente l'eredità dei grandi maestri. Per questo i registi italiani sono fra i migliori che esistano in tutte le culture del mondo. Questo è il motivo per cui essere invitato a un festival come il MIX è un grande onore e un privilegio per me.

Drown di Dean Francis, Australia 2014, 93'

Sabato 4, ore 22.30, Teatro Strehler, Sala Grande