GENESI DI UN ADULTO

GENESI DI UN ADULTO
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Lamb, opera prima di Yared Zeleke, apre questa sera il Milano Film Festival. Racconta efficacemente un'amicizia fra un bimbo etiope e la sua pecora e il passaggio all'età adulta

 

Una mano accarezza amorevolmente il manto color nocciola di una pecora. Con questo closeup inizia Lamb, il film di Yared Zeleke che inaugura il Concorso Lungometraggi questa sera al Milano Film Festival, e presentato quest'anno a Cannes nella sezione Un Certain Regard (prima volta per un film etiope).

Fin da subito è chiara la profondità del rapporto che lega Ephraim, interpretato da Rediat Amare, a Chuni, la pecora da cui non si separa mai, ereditata dalla madre scomparsa prematuramente. Il ragazzino vive insieme al padre a Buya, un villaggio a nord dell'Etiopia, dove ormai la siccità non permette più agli abitanti di sopravvivere e li costringe ad abbandonare le terre. Così il padre decide di trasferirsi ad Addis Abeba per cercare lavoro, mentre Ephraim è affidato ad alcuni parenti che vivono lontano, tra le montagne verdi della regione del Gondar.

Amante della cucina, per la quale ha una dote innata, benché prerogativa esclusiva delle donne secondo la tradizione etiope, Ephraim sarà costretto a correggere ed eliminare questo “difetto” e a lavorare nei campi con lo zio.

Il film inquadra momenti di forte solitudine, attraverso piani lunghi e panoramiche mozzafiato dello sterminato paesaggio africano. Inquadrature ferme si alternano a immagini in movimento che seguono Ephraim con i suoi stivaletti gialli e Chuni negli spostamenti su e giù per i monti fino in città, dove il bambino vive d'espedienti. Il cibo, che Ephraim prepara con tanto piacere e che nel film si fa simbolo di aggregazione e preoccupazione, diventa un rituale necessario per l'autodeterminazione.

Allontanamento e crescita vanno di pari passo: la distanza spaziale dal villaggio d'origine è anche lontananza affettiva che il protagonista deve vivere per prendere coscienza del passaggio all'età adulta e per imparare la libertà. Tra prove dolorose e necessarie, riti religiosi e quotidiani, il protagonista è costretto a crescere e a muoversi tra le regole imposte dagli adulti.

Il tono del film va dall'umoristico al mélo, l'autore però non perde mai efficacia nel mettere a fuoco l'intimità essenziale della storia che racconta, creando un filo teso tra la fiaba e il dramma.

 

Lamb, di Yared Zeleke, Concorso Lungometraggi, gio 10, 20:30, Teatro Strehler, lun 14, 15:00, Spazio Oberdan, gio 17, 15:00, Teatro Strehler

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