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LE RAGAZZE DEL PORNO
GRAPHÍA LIQUIDA DEL CORPO
di Giulia Menegardo

Si sono incontrate due anni fa, sono un gruppo di scrittrici e filmmaker, vogliono parlare di sessualità in modo non convenzionale. Titta Raccagni, una delle registe, ci racconta il progetto e le difficoltà incontrate per realizzarlo. «L’Italia è un ingranaggio inceppato ma qualcosa può cambiare»

Le Ragazze del Porno è un gruppo di donne che da due anni si interroga sulla sessualità e nello specifico sull’immagine femminile trasmessa dalla pornografia. L’idea di una riflessione sul tema nasce dall’esigenza di dare voce alla sessualità della donna, in un ambiente iconico, quello del porno, che reifica e strumentalizza la femminilità.

Due anni fa la scrittrice Tiziana Lo Porto ha proposto l’iniziativa alle registe Monica Stambrini e Anna Negri; in breve tempo il gruppo si è allargato e il progetto ha cominciato a strutturarsi. Oggi l’obiettivo è girare dieci corti pornoerotici che mettano in scena la pornografia in modo diverso da quello convenzionale.

All’interno del gruppo avete età ed esperienze diverse, come vi siete incontrate?

Alcune di noi si conoscevano già. Hanno iniziato loro e piano piano il gruppo si è allargato. Io stavo già lavorando sul post-porno e la sessualità. Due anni fa c’è stato un primo momento di incontro. Ci siamo sperimentate e conosciute attraverso un laboratorio in cui ognuna di noi ha dovuto mettersi in gioco con il proprio corpo.È stato un passaggio fondamentale secondo me.

Come nasce l’idea di realizzare un’opera cinematografica pornoerotica?

Il valore delprogetto è di attaccare il mainstream per scardinare gradualmente un immaginario pornografico associato a qualcosa di perverso e sbagliato. Youporn è uno dei siti più visitati in Italia. Quello che gira su questi canali è incentrato sull’atto sessuale, fatto per il piacere del maschio. Il piacere femminile è completamente assente e si perde la dimensione della relazione tra le persone. Noi partiamo dall’idea di mettere in scena persone reali con desideri diversi, con una vita, un pensiero, che si relazionano con altre persone. Saranno corti scritti e diretti da donne quindi con uno sguardo diverso ma non è una questione di genere, anzi sto lavorando sul queer, in una direzione che si svincola dai generi.

L’argomento dei corti sarà sia etero sia omosessuale. Secondo te l’orientamento sessuale implica un differente approccio alla sessualità?

Non ci saranno dei soggetti prettamente categorizzati perché crediamo che la sessualità sia fluida. I corti avranno stili diversi nell’ affrontare l’argomento, per esempio ce ne sono due di animazione. Il modo di vivere l’atto sessuale è frutto di una grossa costruzione culturale che trasmette una marcata differenza di genere. Da bambino sei più libero, mentre crescendo hai obbligato a fare una scelta perché se resti un individuo non categorizzabile destabilizzi. Il transgender è l’emblema della liberazione dai generi. Ciò che conta è come mi sento e in cosa mi identifico.

Immagino sia stato complicato trovare i finanziamenti per realizzare i corti.

Anche per questo non li gireremo tutti insieme. Si erano fatti avanti vari produttori che poi si sono ritirati. Il porno fa paura, si va incontro alla censura. A inizio primavera abbiamo attivato un crowdfunding per ripartire con un progetto indipendente. Abbiamo organizzato una mostra a Roma, Art for Porn, in cui gli artisti hanno messo le loro opere in vendita e i ricavati sono stati donati al nostro progetto. Abbiamo organizzato delle feste, ma sono solo briciole per un progetto così complesso e lo stato italiano non finanzia un’iniziativa sul porno, come è avvenuto in Svezia per esempio con i Dirty Diaries.

In Italia è possibile cambiare l’immaginario della sessualità femminile?

Non sottovaluto il potenziale delle nuove generazione. Ci sono molte più possibilità ora per acquisire strumenti ed evadere dalla mentalità statica in cui siamo immersi.

I giovani sono curiosi e disposti a cambiare punto di vista, a liberarsi da quel modello di normalità stereotipata che viene trasmessa a scuola e in famiglia.

Quali impegni avete in programma per il periodo estivo?

Ci interessa parlare del tema e abbattere qualche muro. Parteciperemo ad alcuni festival per promuovere il progetto. Il potere trasformativo della sessualità fa paura perché la sperimentazione cambia il modo di pensare. Io credo invece che sia qualcosa di profondamente naturale.