IL SENSO DI UN FESTIVAL

IL SENSO DI UN FESTIVAL
di

In occasione della premiazione del ventiseiesimo FCAAAL abbiamo intervistato Alessandra Speciale, co-direttrice insieme ad Annamaria Gallone, per fare il punto su come è cambiata la manifestazione e sul valore di una cinematografia altrimenti poco raggiungibile dal pubblico italiano


Sono ormai 26 anni che Il Festival cinema Africano Asia e America Latina porta a Milano il cinema d'autore proveniente da questi tre continenti.

Alessandra Speciale, co-direttrice del festival insieme a Annamaria Gallone e presidentessa del Milano Film Network, tira le somme di questa lunga esperienza.

I cambiamenti, in positivo e in negativo, gli obiettivi della manifestazione e il rapporto con il pubblico.

(Continua a leggere)

Articoli recenti

L'AFRICA A NAPOLI

L'AFRICA A NAPOLI

Loro di Napoli di Pierfrancesco Li Donni segue la squadra partenopea multietnica che cerca di entrare nei cirucuiti professionistici. Racconto di un sogno e un ritratto della città fuori dagli stereotipi

Antonio è il presidente dell'Afronapoli, una squadra di calcio amatoriale che sogna di fare il salto di qualità ed entrare nei circuiti professionistici. La sua particolarità, come dice il nome stesso, è che si tratta di un gruppo di giocatori multietnico accomunato dal vivere nel capoluogo partenopeo. A raccontarla è Loro di Napoli di Pierfrancesco Li Donni, regista palermitano che ha scoperto l'esistenza dell'Afronapoli poco più di due anni fa e da allora si è "inabissato in questa realtà", grazie alla mediazione fornita da Antonio.

Continua a leggere
NADIA E I SUOI FIGLI: <br>STORIA DI UNA RIVOLUZIONE

NADIA E I SUOI FIGLI:
STORIA DI UNA RIVOLUZIONE

We've Never Been Kids dell'egiziano Mahmood Soliman, nel Concorso Lungometraggi Finestre sul Mondo, segue la vita di una famiglia  per tredici anni. Un vissuto di povertà e oppressione che riflette  l'Egitto contemporaneo

Non siamo mai stati bambini. Poche parole bastano a restituire la storia di Khalil e dei suoi fratelli cresciuti nella miseria delle strade del Cairo. La mamma, Nadia, ha cercato proteggerli, di farli studiare lottando col padre violento, alcolista, che invece li ha tolti da scuola per mandarli a lavorare. Pochi spiccioli per ore e ore passate nelle cucine, a pulire i bar, a spezzarsi la schiena sui cantieri o a guidare i tuk tuk  a 11 anni con la fierezza di non bere né drogarsi come fanno gli altri ragazzini  che finiscono per  ammazzare qualcuno…

Continua a leggere
VITA DI STRADA <br>TRA KABUL E MANILA

VITA DI STRADA
TRA KABUL E MANILA

Due film nel concorso Finestre sul Mondo, Mina Walking di Yosef Baraki, la storia della piccola Mina che combatte ogni giorno per la sopravvivenza; The Dog Show di Ralston Jover, ritratto del signor Sergio che per vivere organizza un piccolo circo cinefilo

Mina ha dodici anni, vive a Kabul, la capitale dell'Afghanistan che le fotografie e i diari di Alighiero Boetti scritti nei suoi viaggi negli anni Settanta raccontano come una città di giardini e architetture preziose, cultura raffinatissima, incontri speciali. E che decenni di una “economia” di guerra, non solo monetaria ma intesa come educazione, base delle relazioni, condizione fisica e mentale, hanno reso ciò che conosciamo oggi.

Continua a leggere