TRE GUERRE, UN MURO E L'EURO

TRE GUERRE, UN MURO E L'EURO
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Il 2014 è il centesimo anniversario dello scoppio della Grande Guerra, che è stata non solo il primo conflitto bellico mondiale, ma anche l'inizio di quel Secolo breve ricco di contraddizioni finito con il crollo dei regimi del blocco comunista e con la caduta nel 1989 del Muro di Berlino. Da un lato lo sfaldamento del sistema ideologico e dell'URSS e dall'altro il consolidamento del mito millenario di un'Europa unita. Alessandro Uccelli ci presenta Esperimento: Europa. 1914-1989-2014, un approfondimento dedicato dal MFF alla nostra storia comunitaria, recente e non, attraverso il lavoro di autori che affrontano l'argomento con sguardo critico.  

 

Come e quando è nata la collaborazione con il Festival?
Ho iniziato a lavorare in maniera continuativa al MFF nel 2011, quando Alessandro Beretta e Vincenzo Rossini sono stati nominati direttori artistici. In realtà il mio primo contributo risale al 2004, anno in cui abbiamo proposto Hitchcock Cocktail, ossia la proiezione durante un cocktail party di un montaggio di brani di film del leggendario regista inglese che ricalcava un progetto di Truffaut.
Da quel momento il mio contributo al festival non si è più interrotto e quest'anno mi ha portato alla ricerca di opere che raccontano la nostra storia recente.

 

Quando è nata l'idea del focus Europa e come hai lavorato per la selezione dei film?

L'idea di raccontare l'Europa contemporanea ci girava in testa già a partire dall'anno scorso quando non è stato possibile realizzarla.
Quest'anno, complice anche la ricorrenza che cadeva nel 2014, abbiamo deciso di proporre materiali e lavori di autori che riflettono sul mito dell'Europa unita e sulle tensioni che si creavano nel Vecchio Continente quando esisteva ancora la divisione netta ideologica tra est e ovest.
Solitamente ricevo una quantità notevole di materiale, quindi solo a metà selezione mi son reso conto di trovarmi davanti ad alcune opere con caratteristiche comuni che testimoniano una certa tendenza della cinematografia contemporanea alla non fiction. Le quattro pellicole selezionatie sono 3 “documentari” e un film collettivo. Si tratta di episodi girati da diversi autori intitolati I ponti di Sarajevo, dove si mescolano stili diversi e si passa dall'estremismo sperimentale di Godard al classico cortometraggio narrativo di tradizione italiana di Leonardo Di Costanzo.
Anderson di Annekatrin Hendel è un film simbolo della caduta del muro e della riunificazione delle due Germanie, un tema che ancora oggi infiamma gli intellettuali della ex DDR che definiscono l'unificazione come una Anschluss, ossia una annessione forzata.



La tua visione sull'Europa contemporanea?
La mia generazione, quella dei nati a metà dei '70, è diventata maggiorenne proprio negli anni in cui il mondo stava cambiando e questo ha sicuramente influenzato la mia visione.
Personalmente oscillo tra momenti di grande fiducia nell'istituzione europea e fasi di pessimismo. È una sensazione che ricalca, in fondo, il mutare del sentimento dei cittadini nei confronti della moneta.
Quello che fu percepito all'inizio come un mezzo di libera circolazione, non solo economica, oggi è per tanti un nemico. Non è più un passaporto ma quasi un muro.

 

 

Esperimento Europa. 1914-1989-2014

Anderson, dom. 7, ore 15.00, Teatro Studio; ven. 12, ore 21.00, Spazio Oberdan

The Bucuresti Experiment, dom. 7, ore 21.00, Spazio Oberdan; mar. 9, ore 17.00, Spazio Oberdan

Happily Ever After, ven. 5, ore 17.00, Teatro Studio; sab. 13, ore 19.00, Spazio Oberdan

Les ponts de Sarajevo, sab. 6, ore 20.00, Teatro dell’Arte; lun. 8, ore 15.00, Spazio Oberdan; gio. 11, ore 19.00, Spazio Oberdan

 

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