LADY VENDETTA

LADY VENDETTA
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Until I lose my breath di Emine Emel Balci – oggi a Nuovi sguardi - è il racconto di una ragazza appena adolescente, della sua crescita. Una malinconica educazione sentimentale nella Istanbul più povera

 

Il mondo è un posto grigio e ostile quando sei una ragazzina sola, questo sembra essere il ritratto della società che Emine Emel Balci offre all’interno di Until I lose my breath opera prima già presentata con successo alla Berlinale 2015.

Serap cammina sotto la pioggia, chiede informazioni riguardo al padre, partito qualche giorno prima, si alza, si veste, torna a casa, nasconde i soldi nelle calze, poi va a lavorare. Per un’ora e mezza di film la macchina da presa segue metodicamente, in maniera quasi ossessiva, ma registicamente sempre efficace (con sequenze ispirate ai fratelli Dardenne) la vita quotidiana di una ragazzina dai lineamenti rigidi e lo sguardo arrabbiato, in una Istanbul che non somiglia affatto alla città esotica che affascina milioni di turisti. Al contrario, Istanbul diviene un Purgatorio in Terra dove la protagonista non trova né pace né una via di fuga.  Tutto quello che ha è un lavoro alienante, una famiglia che da lei vuole solo soldi e un padre spesso assente, per lei solo una speranza vaga a cui aggrapparsi più che un genitore in carne e ossa. 

 

Il film segue i progetti della ragazza, le idee determinate ma spontanee di una giovane donna che risparmia quotidianamente per un futuro migliore. 

E se tutto fosse solo illusione? Questo sembra dirci la regista, che racconta la storia di Serap come fosse la storia di tutti i figli ribelli di una Turchia giovane, che si risveglia e chiede riscatto. Non più donne zittite e messe da parte, niente più tradizionalismi opprimenti, la giovane Serap vuole qualcosa di più. Con il suo sguardo arrabbiato percorre le strade di Istanbul bagnate dalla pioggia, incolpando la famiglia e il paese che non le hanno dato nulla, se non crescenti disillusioni. In un vortice di rabbia, gioia, speranza, nuovi amori e vecchie amicizie, Serap raggiungerà una maturazione interiore, in grado di esplodere in un finale che sorprende, fa riflettere, e senz’altro lascia il segno.

 

Nefesim kesilene kadar (Until I lose my breath) di Emine Emel Balci, Nuovi Sguardi, sab 19 marzo, ore 22.15, Spazio Oberdan

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