MAZARA DEL VALLO, TERRA DI “FRONTIERA”

MAZARA DEL VALLO, TERRA DI “FRONTIERA”
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Alessandro Renda con il documentario Mare bianco, in concorso nella sezione Extr’A, racconta Mazara del Vallo, terra siciliana che profuma d’Oriente

 

C’è un tratto del Mediterraneo che alcuni chiamano “Canale di Sicilia” altri “Canale di Tunisi”, perché il mare non conosce definizioni e, con le sue onde, ignora la rigidità dei confini. Allo stesso modo, Mazara del Vallo, città di frontiera che su questo tratto di mare si affaccia, appartiene all’Italia, ma profuma d’Oriente. Mare bianco, il documentario presentato da Alessandro Renda al FCAAAL, è un ritratto poetico di questa città e, allo stesso tempo, uno studio sulle linee di confine, condotto là dove queste nascono e si sfaldano. Il lungometraggio, infatti, è l’ultima opera del trittico del Teatro delle Albe, progetto nato all’interno del Ravenna Festival, per raccontare il piccolo paesino siciliano come emblema della frontiera. 

La narrazione di Renda ha la struttura di una sceneggiatura teatrale e dal prologo all’epilogo intreccia da un lato, le giornate in mare di un gruppo di pescatori e dall’altro la preparazione di uno spettacolo di teatro, realizzato da ragazzi tunisini e siciliani del centro d’aggregazione Voci dal Mediterraneo.  Non ci sono dialoghi e nemmeno una voce narrante a tenere insieme questo racconto, fatto solo di immagini e di suoni della città: lo sciabordio delle onde, prima di tutto, poi il suono delle campane unito al canto del muezzin, il grido dei gabbiani e i canti e le danze orientali dei giovanissimi attori, accompagnate dalle musiche siciliane dei Fratelli Mancuso. 

Tutto nella città rimanda a un’inevitabile intreccio di culture, frutto non solo delle più recenti migrazioni, ma radicato in un passato lontano, quando nell’827 i primi arabi sbarcarono in Sicilia, dando inizio a un lungo periodo di dominazione. Il regista non manca di ricordarcelo e punta la camera da presa sulla targa di una piazza intitolata all’Imam Al-Mazari, giurista arabo-siciliano dell’XI secolo,  e subito dopo su muri imbrattati con caratteri arabi. La storia è fatta di migrazioni, nate dal desiderio di conquista o dalla necessità della fuga, e le migrazioni alterano i confini, complicano i limiti e contagiano la terra con il movimento incessante del mare.

 

Mare bianco di Alessandro Renda, Concorso Extr’A, gio 7, ore 21.00, dom 10, ore 17.00, Cinema Beltrade

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