IL RICHIAMO DELLA STRADA

IL RICHIAMO DELLA STRADA
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Nel Concorso Finestre sul Mondo, La Delgada Linea Amarilla, road movie del messicano Celso R. Garcia. Protagonista Don Toño, un anziano tuttofare assoldato da un amico di vecchia data per sistemare la strada che taglia a metà il deserto messicano

 

 

Un guardiano rimpiazzato da un cane, un ragazzo innamorato, un ladro sensibile, un camionista quasi cieco e un ex assistente di un circo. Cinque uomini solitari in fila lungo una strada desolata del Messico per tracciare la striscia di demarcazione che separa le corsie della carreggiata. 217 kilometri sotto il sole cocente per guadagnare qualche pesos per poter tirare avanti.
La trama è semplice e lineare come la lingua d’asfalto che raggiunge l’orizzonte, ma al di là dei miraggi si nascondono insidie e pericoli.
Storia di amicizia e affetti che si costruiscono nelle due settimane di lavoro di gruppo fra cinque sbandati che cercano un riferimento per orientare la propria esistenza.
Quello che il timoniere Don Toño cerca di spiegare infatti, è che non si tratta di disegnare una semplice riga gialla, ma di tracciare una guida indispensabile alle vite delle persone.
Film classico che non disdegna l’uso di metafore e cliché funzionali al racconto di genere, e che guarda alle grandi narrazioni on the road fino ad arrivare a film come Una storia vera di David Lynch.
Il regista Garcia attinge anche dall’immaginario western, con batture da cowboy e silenzi vibranti, con aneddoti e pillole di saggezza di un hombre che tiene ai suoi compañeros, e da buon capitano non vuole che la nave affondi.
Il tutto ambientato in paesaggi mozzafiato, sotto quei cieli stellati che spinsero lo scrittore Jack Kerouac a trascinarsi fino a Città del Messico per godersi il fascino della carretera.
Il tema della sopravvivenza pervade l’intera pellicola, in un percorso che tocca l’estrema povertà e l’arretratezza lavorativa della provincia messicana per concludersi con una dedica all’arte dei mestieranti, di coloro che mettono passione nelle proprie mani industriose. In questo senso il film potrebbe far parte di quella collana di racconti che compongono La chiave a stella di Primo Levi, libro dedicato all’arte del lavoro manuale.
E guardando alle mani di Don Toño, Garcia concede al film anche una nota malinconica sul senso del lavoro perduto, quello di veri uomini che un tempo costruivano la vita con le loro mani, così come un ingegnere costruisce una strada.
Film su un viaggio emozionante che è la vita stessa, una vita che alla fine chiede sempre il conto, che ci trasporta e ci lascia da soli, alla ricerca di qualcuno o qualcosa, e “quando el camino te llama otra vez”, bisogna andare.

 

La delgada linea amarilla di Celso R. Garcia, gio 7 aprile, ore 17.00, Spazio Oberdan
Il film sarà preceduto dal cortometraggio My Window di Bahaa El Gamal

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